E i tifosi ora accusano tutti

Nel mirino dei contestatori davanti alla tribuna anche Lotito, il ds e il tecnico

SALERNO. Il co-patron Lotito, il direttore sportivo Fabiani, il tecnico Bollini, la squadra: dal fischio di chiusura alle 23.15, sono finiti tutti nel mirino di trecento ultras che hanno dato civile sfogo alla propria delusione ammassandosi all’ingresso della tribuna centrale. Le radiotrasmittenti del servizio d’ordine hanno gracchiato a più riprese «richiesta del battaglione» ma è accaduto solo per prudenza. Di prassi anche la scorta che ha affiancato Lotito, sbucato da un’uscita secondaria, e il pullman della squadra quando hanno abbandonato lo stadio Arechi. Incavolati ma soprattutto stanchi, i gruppi ultras della Sud – gli stessi che pochi giorni fa si erano sobbarcati l’umiliante trasferta di Trapani – hanno urlato «non ne possiamo più» e hanno messo all’indice i protagonisti della crisi. Hanno cominciato da Lotito. All'intervallo, il co-patron è entrato nello spogliatoio, ha guardato la squadra ed è rimasto in silenzio. Poi ha sbattuto la porta e ha confidato nel risveglio in campo. A fine gara, dopo il raddoppio di Floccari, suo ex giocatore alla Lazio, Lotito ha cambiato registro. Scuro in volto, ha attraversato la sala stampa ed è di nuovo piombato nello spogliatoio per un lungo rimprovero, a muso duro. Ha parlato anche con Bollini. «Certo che ci siamo confrontati, com'è normale che accada in un'azienda. Ho parlato con lui e con i dirigenti - ha aggiunto Bollini - abbiamo parlato di diverse cose che restano tra noi. Abbiamo consapevolezza del momento delicato ma anche fiducia nelle qualità tecniche e morali della squadra per venirne fuori subito. Non s'è parlato di ritiro. La squadra deve riprendere energie qui, dimostrando di poter ripartire subito. Non credo che il ritiro sia funzionale in questo momento».

La sua analisi della partita: «Giocare con la Spal non è facile, la nostra avversaria si è potuta permettere anche un grande turnover. Io non l’ho fatto perché le scelte in difesa sono obbligate e a centrocampo ho deciso di mantenere il nostro assetto e mi pare sia andata bene con l’innesto di Zito. In avanti, invece, siamo un po’ in difficoltà in zona gol: in area ci entriamo ma dobbiamo concludere. Chiarisco subito che in occasione della sostituzione di Donnarumma non c’è stato alcun ripensamento – non volevo inserire Joao Silva – ma solo un errore di comunicazione col mio vice. Dopo i primi dieci minuti difficili per un ambiente ostile che non meritavamo, la squadra si è rimessa a giocare ed è arrivata anche sotto porta. Ci ha fatto, però, difetto il tiro. La Spal non è seconda in classifica per caso ma noi per occasioni da rete non siamo stati secondi a nessuno. Non voglio fare polemiche ma l’episodio iniziale del rigore ha cambiato l’inerzia. Il mio stato d'animo è un dispiacere per ambiente e tifoseria così legati e appassionati, così arrabbiati. Io ho un’arrabbiatura sana e voglio trasmetterla alla squadra. Non mi abbatto. Adesso siamo in un momento particolare e bisogna venirne fuori con risorse caratteriali e con la compattezza di gruppo».

I calciatori hanno fatto mea culpa. Zito in campo ha cominciato mezzala e ha chiuso terzino, anzi “attaccante”. A fine gara, infatti, era in prima linea ed è arrivato quasi fino all'area di rigore: lui per primo ha alzato le mani e ha chiesto scusa ai tifosi. «Il rigore non c’era e l’arbitro ha sbagliato – ha esordito Zito – Non deve, però, diventare un alibi. Noi dobbiamo fare tanta autocritica perché abbiamo sbagliato più dell'arbitro. Forse un po’ ha inciso il ko di Trapani, ce lo siamo portati dietro, ma la sfida alla Spal era proprio l’occasione giusta per reagire. Non ci siamo riusciti, ci siamo fatti irretire da una squadra con una buona classifica. Il nostro impegno attuale non basta: dobbiamo dare più del 100%. Tutti iniziano il campionato per non retrocedere ma adesso la classifica comincia a delinearsi, siamo in un momento difficile e dobbiamo guardarci alle spalle. Testa bassa e lavorare: tutti uniti dobbiamo venirne fuori». Minala: «Ci scusiamo con i tifosi. Adesso dobbiamo pensare solo a fare punti perché siamo in una situazione critica. Ci dobbiamo mettere più cazzimma».

Pasquale Tallarino

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