Due errori e la Paganese perde il derby

Al “Torre” vince la Juve Stabia ma il protagonista è l’arbitro che espelle dalla panchina per proteste cinque dirigenti azzurri

PAGANI. Sarà ricordato a lungo il derby di ieri tra Paganese e Juve Stabia, non tanto per la vittoria degli ospiti quanto per l’arbitraggio scandaloso di Pierotti di Legnano. Otto ammoniti in campo e cinque dirigenti e tecnici della Paganese espulsi dalla panchina per proteste, in una gara peraltro corretta.

La Juve Stabia torna a casa con tre punti importantissimi ottenuti grazie a due errori della difesa azzurra, al 4’ del primo tempo e al 4’della ripresa.

Grassadonia rispetto alla gara di Cosenza non cambia modulo e si affida ancora una volta al 3-4-1-2. Ospiti a trazione anteriore con il trio d’attacco Marotta-Ripa-Sandomenico. Pronti via e la Juve Stabia passa subito in vantaggio. Angolo dalla sinistra e cross al centro di Capodaglio per Ripa che elude la marcatura di un distratto Silvestri e batte l'incolpevole Chiriac. Subìto il gol, la Paganese cerca di uscire dal torpore ma la formazione di Grassadonia non riesce a imporre il proprio gioco. I soli Deli e Cicerelli cercano con azioni personali la sortita offensiva costringendo sovente gli avversari a commettere fallo. La Juve Stabia pressa nella parte alta del campo e crea una sorta di gabbia che Pestrin cerca invano di evitare con lanci lunghi.

Nella ripresa, la formazione di Fontana trova subito il raddoppio con Izzillo, bravo su una seconda palla a insaccare una respinta di Chiriac su cross dalla sinistra di Ripa. Il raddoppio sembra tramortire gli azzurri ma l’ingresso di Herrera e di Celiento e il passaggio al 4-3-3 mette in crisi una Juve Stabia che troppo presto tira i remi in barca. Proprio il neo entrato Celiento al 21’ ci prova dal vertice destro dell’area ma Russo è attento e blocca.

Il gol arriva tre minuti più tardi grazie a una zampata di Camilleri sugli sviluppi di un angolo dalla sinistra. Il gol galvanizza la Paganese che cerca disperatamente il pareggio ma gli ospiti difendono sino alla fine il vantaggio, mentre dal al 16’ al 43’ vengono espulsi dalla panchina per proteste l’allenatore in seconda Fusco, il diesse Ferrigno il segretario Rosati, Bocchetti e il preparatore atletico.

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