L’INTERVISTa

Dionigi: «Matteo mi ricorda un po’ Papin...»

SALERNO. Davide Dionigi, attuale mister della Reggina, ha avuto lo scorso anno Guazzo al Taranto. «Parliamone, ma con una preghiera: per me è Matteo». Racconti... «Ho grande stima di lui e gli ho...

SALERNO. Davide Dionigi, attuale mister della Reggina, ha avuto lo scorso anno Guazzo al Taranto. «Parliamone, ma con una preghiera: per me è Matteo».

Racconti...

«Ho grande stima di lui e gli ho sempre detto che non ha fatto la carriera che meritava. Matteo sa in cosa deve migliorare. Caratterialmente si butta giù facilmente se le cose non vanno bene. Vive per il gol e quando la concorrenza si fa feroce ha bisogno di sentirsi pungolato. Inoltre deve tenere sempre sotto controllo il peso: ha muscolatura possente e appena mette un ettogrammo ne risente tutta la “macchina”. Per i colpi che ha, avrebbe meritato tantissima B».

Lei allena la Reggina...

«Guazzo resta a Salerno. Noi abbiamo preso Di Michele e siamo contenti così. Mi pare che Guazzo vada a scadenza ma credo che il progetto sia farlo rimanere a Salerno».

Da calciatore chi ricorda?

«Ho giocato anche al Milan. Per me somiglia a Papin. Matteo fa delle cose meravigliose quando è spalle alla porta: la trova anche se non la vede. Ha la girata come colpo migliore, combina nello stretto, ha imparato pure a fare il rifinitore e questa cosa forse è un po’ merito mio: a Taranto, l’ultimo passaggio gli mancava un po’ ma avevamo un equilibrio tale che il centravanti doveva per forza giocare per la squadra. Poi magari sbaglia gol facili ma tecnicamente è assai bravo. A Taranto ci stava regalando la finale playoff segnando all’85’ al Flaminio contro la Lodigiani. È il ricordo più forte che mi lega a lui: veniva da Melfi, passò un anno nell’ombra, poi esplose».

Impegnato anche nel sociale, giusto?

«A Taranto eravamo tutti legatissimi al super tifoso Francesco Di Molfetta, 20 anni, morto pochi mesi fa di tumore al cervello. Stavamo vicini in ogni modo alla famiglia e Matteo, cuore grande, era tra i più presenti. Mi farebbe piacere se avesse continuato la sua opera silenziosa».