SALERNITANA

Di Napoli medita il riscattocontro la squadra che lo consacrò

Per il bomber contro il Vicenza tanti ricordi suggestivi di grandi sfide in Italia ma anche a livello internazionale

Se pensa al Vicenza, al suo Vicenza, Di Napoli fa un salto indietro di 10 anni. La Salernitana stracciava la B, lui approdava alla gloriosa Lanerossi a 24 anni, nel fiore della gioventù e della forza fisica. Di Napoli a Vicenza ebbe modo e tempo di lasciare il segno. In panca, Guidolin gli diede la ribalta in due stadi d’elite, che hanno segnato l’apice dell’avventura berica di uno dei pochi attaccanti che la Salernitana si trova adesso, considerati gli acciacchi di Fava e di Turienzo. Di Napoli sgomitava anche a Vicenza. Aveva Luiso: a tratti gli subentrava, a volte ci giocava in coppia. Alla Scala del calcio, in un magico (per lui) Milan-Vicenza davanti a 70mila spettatori, Di Napoli calibrò la punizione che diede la vittoria al Vicenza.
E’ stata la gioia più grande di quel campionato condito da altri gol, sei in tutto in 24 partite. Non fece in tempo a prendersi la soddisfazione di alzare la Coppa Italia che il Vicenza vinse l’anno prima col Napoli. Giocò invece con Viviani che adesso è il vice di Reja al Napoli, rivale nel derbissimo granata del 12 novembre. Prima della Coppa c’è, però, il campionato. Anzi, ancora la Coppa, quella delle Coppe. Perché Di Napoli e il Vicenza si sono abbracciati anche sotto il cielo di Varsavia, contro il Legia, affrontato pure al "Menti". E poi contro il Donetsk. Il momento più bello allo Stamford Bridge. Contro il Chelsea, Di Napoli entrò negli ultimi otto minuti. A lui Guidolin volle affidare l’incombenza dell’ultimo assalto per il gol che avrebbe dato al Vicenza la qualificazione alla finale. Sfilò un pallone in area, lo toccò Mendez, fuori. Oggi Di Napoli è più grande di 10 anni. Il campo e gli acciacchi dicono che è anche più anziano di dieci anni. E più esperto, più smaliziato, più leader, opinion leader. Il suo parere conta, pesa quanto un gol che all’Arechi domani darebbe fiato alle trombe e spegnerebbe la scintilla sotto le graticole. Di Napoli viene indicato pronto per la griffe. Manca all’appello per la rete decisiva da molto tempo. E’ un discorso suo e dell’attacco in generale. E’ un discorso che riguarda, invece, soltanto lui, se si dà per buona la versione secondo cui le sorti di un intero reparto dipendano sempre - nel bene e nel male - dall’uomo della stella. Di Napoli ha realizzato quattro gol ed in casa ha timbrato il cartellino contro il Pisa l’ultima volta. Con l’Ancona Scarpa ha chiesto ed ottenuto sul dischetto il pallone che proprio Di Napoli gli consigliò di lasciare a Fava dagli undici metri, contro il Frosinone. E’ forse questo l’ultimo flash di un reparto in palla con tutti i propri elementi. Col Frosinone, incise Scarpa, si fece perdonare Di Napoli, chiuse Fava. Da quel momento - ed è sintomatico - è diventata importantissima la presenza (a maggior ragione l’assenza) di Turienzo e ci si affida alle spalle giovani ma possenti di Gerardi. Di Napoli l’ex vicentino farà coppia con lui. Si riparte da una palla difesa dal baby-attaccante e dal calcio di punizione procurato contro l’Ancona. Battuto da Di Napoli, finì sulla traversa. Salvò tutti Kyriazis. Adesso se Di Napoli c’è, batta un colpo da tre punti. In ricordo del Meazza e dello Stamford Bridge.
Pasquale Tallarino