Derby a porte aperte, sì ma con riserva

Pantalone: «Il via libera solo se le tifoserie cambieranno mentalità». Ghirelli: «Se salta l’accordo si giocheranno a Bolzano»

SALERNO. Più che un si è un ni ai derby a porte aperte. Le preoccupazioni restano, anzi aumentano ora che in Prima Divisione c’è pure la Salernitana e la convenzione firmata in Prefettura ieri mattina rappresenta un atto d’impegno istituzionale piuttosto che un’apertura totale, incondizionata. Un’ora e mezzo di riunione, al tavolo il prefetto Gerarda Maria Pantalone, il questore De Iesu, il direttore generale della Lega Pro Ghirelli, rappresentanti di Aic ed asso allenatori più emissari di Salernitana (Mezzaroma) e Paganese (il segretario Ferraioli accompagnato dall’addetto stampa Polverino). Assente la Nocerina, bacchettata dal prefetto in apertura di conferenza: «Scorrettezza unica: avrà i suoi problemi per l’iscrizione, però poteva quantomeno avvisare dell’impossibilità a partecipare”.

Il quadro della situazione è limpido fin dalla prefazione della dottoressa Pantalone: «Appoggiamo il progetto della Lega Pro, consapevoli però che le nostre squadre ci impegneranno in partite difficili, se non addirittura impossibili». Il protocollo, insomma, firma l’impegno, non la certezza. Perché le ferite dei campanilismi sono ancora aperte (gli scontri del 5 agosto 2012 al confine di Santa Chiara) e perché la stupidità ha preso il sopravvento pure ora che il pallone è in vacanza: «Assurdo – sottolinea il Prefetto – l’assalto alla stazione di Nocera Inferiore dei giorni scorsi».

Va capovolta la mentalità. Come? Andando tra la gente, chiamando a raccolta i tifosi. «Hanno una sorta di carta di credito da sfruttare: se capiremo che c’è possibilità di vivere derby sani allora ci sarà il via libera. Aver firmato questa convenzione – sottolinea – non significa che ci saranno di sicuro porte aperte». La Lega Pro ci tiene particolarmente perché sarebbe desolante per la propria immagine l’offerta di nuovi derby nel deserto: «Dobbiamo smetterla coi proclami e passare ai fatti. Se sarà violato questo patto stipulato grazie alla sensibilità di Prefettura e Questura, mi impegno perché i derby si giochino a Bolzano, perché è l’ultima città di confine italiana».

Chissà che non ci finiscano per davvero a Bolzano – ma sul campo del Sudtirol - una o due salernitane per gironi misti: «Certo che ci abbiamo pensato – conferma Ghirelli – ma sarebbe una sconfitta». Diplomatico Mezzaroma, in rappresentanza del club granata: «È una grandissima apertura alle tifoserie. Le partite di calcio non possono diventare guerre di religione, è il momento di essere responsabili ed espellere la parte malata che s’insinua in ogni tifoseria».

Filippo Zenna

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