il provvedimento

Daspo revocato per 83 ultras molossi

Cadute le accuse di razzie sull’autogrill nella trasferta di Frosinone

NOCERA INFERIORE. Demonizzati circa otto mesi fa, passati nell’ombra una volta scagionati. Storia di una ottantina di tifosi rossoneri che il 30 settembre scorso, di ritorno dalla trasferta di Frosinone, si ritrovarono inchiodati ad un reato mai commesso, o quantomeno mai provato. Il pullman di due piani fece sosta all’area di Teano Ovest e tutti gli occupanti furono segnalati dalle forze dell’ordine per ipotesi di saccheggiamento (refurtiva di circa 300 euro).

In data 8 ottobre il provvedimento di Daspo emanato dal questore di Caserta. Ne parlarono tutti, perfino Sky diede risalto alla notizia. Ma sul prosieguo è calato un velo di silenzio ed indifferenza. Tra novembre e dicembre del 2012 è bastato presentare una semplice istanza per ottenere la revoca della misura restrittiva.

Il motivo? Semplicissimo: dalle telecamere non era possibile individuare i colpevoli ed associarli agli 85 tifosi rossoneri. Insomma, si sparò nel mucchio, ma poco dopo è arrivata l’assoluzione: niente più obbligo di firma per ben 83 di quei ragazzi che tornavano da Frosinone. Soltanto due persone sono ancora sottoposte a Daspo e non perché siano state ritenute responsabili dalle immagini a circuito chiuso. I due hanno, infatti, presentato ricorso al Prefetto oltre alla semplice istanza di revoca al questore. E dopo la risposta negativa del Prefetto è iniziato una sorta di processo che allunga i tempi tecnici per arrivare all’assoluzione. Storia da raccontare perché nell’immaginario collettivo si smetta di associare la parola ultrà a delinquente. (f.z.)