CALCIO

Da New York a Londra la passione granata senza confini per la Salernitana dei tifosi-emigrati

Nella Grande Mela la pizzeria “San Matteo” dei fratelli Casella è un covo granata. Trotta croupier con la maglia di Montervino sotto la divisa del casinò di Piccadilly Circus

SALERNO. Ha addirittura sorvolato l'oceano pur di non perdersi la partita decisiva che ha visto la sua squadra del cuore finalmente trionfante: sabato scorso, all’Arechi, c’era anche Fabio Casella, 37 anni, da 17 residente a New York dove nel 2010 ha aperto insieme al fratello Ciro la pizzeria “San Matteo”, ritrovo dei granata che abitano la Grande Mela. «Non appena torno a New York, dopo la partita con la Casertana, organizzeremo una grande festa nel locale. In questi miei giorni a Salerno - racconta emozionato - ho fatto incetta di bandiere e stiscioni con cui addobberemo la pizzeria per la grande serata granata». Il fratello, Ciro, la partita col Barletta l'ha seguita dall'America invitando in pizzeria tutti i salernitani a New York, tra loro il giornalista Piero Armenti: «Come sempre accade per gli eventi sportivi italiani all’estero, c’è un bar o un ristorante in cui noi “emigrati” ci riuniamo per l’evento. In questo caso - racconta il 36enne da anni ormai residente negli Stati Uniti - io e molti altri ci siamo riuniti al “San Matteo”, che già dal nome si capisce che è una sorta di piccola ambasciata salernitana nel cuore dell’Upper East Side. Lì abbiamo brindato alla promozione insieme al proprietario e ai tanti altri salernitani presenti per lo stesso magico momento, mangiando un panuozzo. Mi avrebbe fatto piacere godere di questa storica promozione a Salerno, questo ritorno in serie B dopo anni oscuri. La gente era incuriosita dalla nostra festa e abbiamo colto l'occasione per far conoscere ai newyorkesi una piccola cosa che non sapevano: che esiste una città che si chiama Salerno e che la sua squadra è andata in serie B e che i suoi abitanti ne erano felici. Ci siamo ripromessi di festeggiare l'anno prossimo alla stessa ora, nello stesso luogo, ma per la serie A».

Basta navigare un po’ su internet, farsi un giro sulle bacheche Facebook di amici e parenti tifosi che l'ultrà espatriato non tarda a farsi leggere con messaggi di gioia e nostalgia nei confronti di una festa a cui non ha potuto prendere parte in prima persona, quella scoppiata nelle strade cittadine al termine della partita col Barletta, ma che ha cercato di vivere in diretta attraverso le foto e video condivisi sui social. È il caso di Pasquale Quaranta, residente a Praga, di Marco Zottola, ormai cittadino danese, di Nicola Vitale, brasiliano d’adozione.

L’urlo liberatorio “siamo in serie B!” è arrivato finanche sui tavoli da gioco del casinò londinese di Piccadilly Circus dove Fabio Trotta lavora come croupier: «Mentre i granata erano in campo io ero al tavolo da gioco - racconta il giovane salernitano partito tre anni fa per l'Inghilterra - nella mia pausa avevo lasciato i granata sul 2-1 e il Benevento che vinceva 1-0 sul Messina allora, a break finito, ho chiesto a un mio amico di controllare i risultati della Lega Pro e di aggiornarmi. Quando si è avvicinato e mi ha detto i risultati finali, 3-1 e 1-1, mi è scappato un grido “È serie B!". Alchè il mio supervisor sentendomi, mi chiede “What?”, voleva sapere cosa avessi detto, e io un pò imbarazzato ma pazzo di gioia gli dico “Nothing nothing”... Peccato non essere stato lì a festeggiare....anche se poi quando rivedo i i video dei festeggiamenti mi emoziono ancora di più». Trotta racconta con passione: «Da quando sono qui in Inghilterra ho sempre seguito la Salernitana grazie a Sportube...Ho anche trascorsi nel settore giovanile granata. Se sono al lavoro, sotto la camicia non manca mai la maglietta granata numero 4 del capitano Montervino che lui stesso mi regalò dopo una partita di serie D. Indossarla sabato è stata un’emozione ancora più grande».

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