«D’Angelo arrivò in jeep con la busta piena di soldi»

La combine Salernitana-Bari del 2009: la testimonianza di Iacovelli complica la posizione dell’ex dirigente granata. L’informativa del Nucleo investigativo fa anche luce sul ruolo svolto dalla proprietà

SALERNO. È la settimana di Salernitana-Bari: a quasi quattro anni di distanza dal prato dell’Arechi (si giocò il 23 maggio 2009, 3-2 per i granata), ora la sfida si gioca nelle stanze della procura Figc, a Roma mentre continua quella penale. Una sfilata di giocatori, allenatori e dirigenti sportivi; su 27 pende l’accusa di concorso in frode sportiva, procedimento aperto dalla Procura della Repubblica di Bari che ha condotto in questi due anni le indagini: ha ascoltato testimoni, ha interrogato i protagonisti, ha usufruito di riscontri ambientali e prove documentali grazie al lavoro dei carabinieri del Nucleo Investigativo del capoluogo pugliese. L’avviso di chiusura indagini, sul versante granata, è stato recapitato a Luca Fusco, Massimiliano Ganci e Cosimo D’Angelo, cognato di Antonio Lombardi all’epoca proprietario della Salernitana Calcio: tutti e tre, un paio di mesi fa, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati. Per tutti e tre è ipotizzato il reato di concorso in frode sportiva (articolo 110 c. p.). Non è escluso il coinvolgimento di altri, soprattutto di chi, materialmente, ha messo i soldi per quella che il procuratore capo di Bari Laudati ed i pm Dentamaro e Angelillis definiscono una “combine perfetta”. Nella fase delle indagini preliminari è stato sotto la lente degli investigatori pure Lombardi il cui nome però poi non figura nè tra i destinatari dell’avviso conclusioni indagini nè tra quelli per i quali è stata chiesta l’archiviazione.

Nell’informativa del Nucleo Investigativo di Bari, comandato dal maggiore Barbera, si legge, tra le altre cose: “Che la società della Salernitana sia stata la finanziatrice del denaro servito per comperare la gara col Bari è documentato innanzitutto dal ruolo avuto da Cosimo D’Angelo, accompagnatore della squadra e cognato del presidente Lombardi. D’Angelo è stato colui il quale ha partecipato all’incontro prima della gara tenutosi a Nord di Bari a cui hanno preso parte anche Fusco, Ganci, Stellini, Esposito, De Vezze e Santoni. In quell’occasione si presentò come vice-presidente della società. Il carabiniere-dirigente ha anche portato il denaro assistendo alla gara con Iacovelli per poi consegnarlo, a risultato acquisito, all’emissario del Bari. A supporto della tesi le dichiarazioni di Lanzafame che ha detto... «Io penso la società, non i giocatori, anche perchè la Salernitana non navigava nell’oro, quindi forse gli sti pen di... non penso proprio i calciatori», spiegando quindi come sia estremamente difficile che un calciatore, per giunta non pagato regolarmente, utilizzi i propri soldi per comperare una partita”. Il filone sportivo è partito la settimana scorsa: i giocatori, se riconosciuti colpevoli, rischiano pesanti squalifiche. Molto di più in ambito penale. È una storia complessa, fatta di bugie e ritrattazioni (il factotum Iacovelli), amnesie improvvise (tipo quella di Stellini, ex compagno di Fusco al Genoa, che non ricorda chi dei due fratelli Fusco abbia incontrato qualche giorno prima della gara), spiegazioni banali, contraddizioni (anche sulle cifre). Ecco qualche stralcio.

Marco Esposito (ex giocatore Bari). “Andai all’incontro con De Vezze, Stellini, Santoni: dall’auto scesero Ganci,Fusco e uno che disse di essere il vice-presidente della Salernitana. Ci dissero se potevamo lasciargli la partita... vi diamo... dobbiamo salvarci a tutti i costi...Parlarono di 150mila euro... Noi ne parlammo con la squadra.. La gente per strada ci diceva di far vincere la Salernitana... Io e Stellini dicemmo: niente soldi, lasciamogli la partita, non sono soldi che ci cambiano la vita... I ragazzi dissero: se non prendiamo i soldi giochiamo per vincere... E fu così fino a sabato mattina. Chi era in ritiro a Paestum, presumo, parlò con delle persone di Salerno e le persone dissero: va bene, facciamo, perchè per alcuni della squadra 150mila euro erano pochi. Tra questi De Vezze e Guberti... Sabato mattina faccio allenamento al San Nicola perchè infortunato e non stavo a Salerno, e in centro trovo Iacovelli con questa persona che diceva di essere il vice-presidente della Salernitana. Andarono a vedersi la gara a casa mia, quando tornai trovai Iacovelli coi soldi. I soldi erano 150mila euro ma 2mila se li tenne D’Angelo...”. Ad Esposito vengono mostrate alcune foto di carabinieri. Riconosce la numero 5, quella dov’è immortalato D’Angelo. “A Bari aveva i capelli lunghi e la coda, disse che faceva il carabiniere, era anche all’appuntamento a Nord di Bari. I soldi erano in una busta tutta scocciata... una busta da boutique, rettangolare, di plastica”.

Angelo Iacovelli (factotum dei giocatori del Bari). Interrogato il 3 agosto, parla “di partita normale, vista a casa con familiari, di aver sentito voci e basta, di non essere a conoscenza di nulla”. Risentito il 21 settembre, invece, parte sparato. “Salernitana-Bari è stata organizzata da 4-5 del Bari e qualcuno della Salernitana. Non si fidavano della persona che stava a Salerno. Furono poi contattati da Fusco, me lo disse Stellini: mi coinvolsero perchè poi a casa di Marco Esposito vidi la gara con un signore. Si faceva chiamare Ciccio. Esposito disse: “Devi vedere la gara con questo mio amico”. Ma io avevo paura perchè noi giravamo in centro e questo non aveva nessun problema con questa busta di soldi in mano. La teneva sotto il braccio, non è che girava con una borsa... Quanti soldi erano? So che erano 300mila euro. Li abbiamo anche contati... Dissi ad Esposito che avevo paura e lui rispose: stai tranquillo che è un carabiniere. Quando il Bari passò in vantaggio lui impazzi va. Voleva chiamare non so chi poi si tranquillizzò quando vide che la partita aveva cambiato strategia. A fine gara mi consegnò la busta e se ne andò. Io ho ricevuto mille euro da Esposito dopo che li aveva divisi con i compagni. Quanti erano in tutto? Ripeto, 300mila che poi alla fine quando li abbiamo contati ne mancavano 3mila che alla fine sapevamo che se li era presi il signore venuto da Salerno perchè Esposito mi disse 3mila se l’è presi il signore che da quei soldi mi doveva dare 1500 euro ma poi non me li ha dati più”. Anche a Iacovelli vengono mostrate 8 foto di carabinieri. Anche lui individua la numero 5. “È lui ma aveva i capelli lunghi. Se ne andò con una Jeep grigia, quella con la ruota dietro”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA