serie B

Cosmi scommette sulla Salernitana: «Arechi il fattore in più...»

L'allenatore specialista in salvezze analizza il cammino della squadra di Torrente. «Una piazza così calda non può retrocedere, servono pazienza e fiducia»

SALERNO. Serse Cosmi - re delle salvezze - fa il punto sulla prima metà di stagione dei granata. Abituato a piazze non troppo blasonate ma con un curriculum di tutto rispetto, è riuscito a farsi amare da tutte le tifoserie delle squadre che ha allenato. Arezzo è stato il suo trampolino di lancio, Perugia il momento per lui più emozionante (è nato proprio nella città umbra) e ad Udine s’è ritrovato a sentire la musichetta della Champions League. Il gol di Citro nella sfida giocata all’arechi contro il suo Trapani aprì definitivamente la crisi dei granata, reduci già dal pesante tracollo subito contro il Crotone.

Cosmi, che effetto le fece violare l’Arechi?

«Fu una partita nella quale non rubammo nulla ma comunque prendemmo più di quanto meritavamo. Vincere all’Arechi ti regala una soddisfazione maggiore, è uno stadio importante, mai banale giocarci».

S’è ritrovato spesso a guidare squadre costrette a non retrocedere, ottenendo sempre ottimi risultati. Qual è la ricetta?

«Bisogna avere innanzitutto la fortuna di ritrovarsi a lavorare con delle società vere, non soltanto dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista umano. Poi il gruppo è di fondamentale importanza per poter fare bene. La Salernitana confermando Torrente in panchina ha dimostrato di credere nelle proprie scelte, sta dando una lezione di grande intelligenza. Non dimentichiamoci dei tantissimi infortuni in difesa che hanno costretto l’allenatore a scelte forzate».

Conta di più l’esperienza o la freschezza fisica in serie B?

«Posso sembrare scontato e banale ma sono necessarie tutte e due le cose. Poi ovviamente non sempre l’essere un po’ avanti con l’età è sinonimo di poco atletismo. Vedo Valiani, uno che ha superato i trent’anni, che corre più di un ragazzino in mezzo al campo. Ci sono poi anche casi di “anziani” che fisicamente non reggono tutto il campionato, che sono un po’ svuotati nell’animo ma c’è bisogno comunque della loro esperienza, dell’incoscienza e della freschezza dei giovani. Basti vedere il Crotone, che con una rosa giovanissima sta facendo un campionato perfetto».

Una rivoluzione a gennaio può rischiare di stravolgere le cose?

«Non per forza. La Salernitana credo che cambierà e non poco, è la classifica che lo chiede. Ha tutti i mezzi per intervenire in maniera massiccia e risollevarsi in classifica».

Il girone di ritorno cambia spesso quanto si è visto in quello d’andata. Riuscirà la Salernitana a cambiare marcia?

«La Salernitana in questo momento tornerebbe in Lega Pro ma l’anno scorso il Trapani girò a 30 punti. Dieci gare dopo l’inizio del girone di ritorno fece soltanto 3 punti, era quasi in zona playout e questa è la dimostrazione del fatto che la prima parte di stagione rappresenta quasi sempre un campionato a parte. In questo momento i granata sono in difficoltà ma nulla è già scritto, c’è tutto il tempo per un totale stravolgimento nella seconda metà del campionato. Bisogna avere nervi saldi, muscoli d’acciaio e cuore caldo».

Cosmi, dica la verità: crede che la Salernitana riuscirà a salvarsi?

«Prima penso a salvare il mio Trapani, nonostante i 29 punti che per il momento non ci fanno pensare alla zona pericolosa. Ma il campionato è complicato, lungo, e bisogna sempre dare il massimo per evitare di ritrovarsi a lottare da un momento all’altro per la retrocessione. Poi, se devo essere sincero, mi auguro davvero che la Salernitana riesca a mantenere la categoria. Mi sono sempre piaciute le piazze calde, dove il calcio è vissuto in un altro modo e Salerno è sicuramente una di quelle. Il mio non è un discorso alla Lotito, ma credo comunque che per l’intero movimento squadre importanti e blasonate come la Salernitana è meglio che ci siano».

Quale sarà la quota salvezza quest’anno?

«In serie B non si può mai star sereni perché ci sono squadre sul fondo che hanno tutte le possibilità di risalire da un momento all’altro. E non parlo tanto di mezzi economici, ma mi riferisco al fatto che hanno un pubblico importante ed un certo blasone. Direi 50 per essere sereni, poi magari ci si salva addirittura a 47 o si dovrà fare uno sforzo ancor più importante per evitare spiacevoli sorprese».

Cosa sta mancando secondo lei alla Salernitana?

«Credo che la Salernitana abbia pagato dazio di essere ritornata in un campionato importante dove, vista la storia della squadra, nessun tifoso riesce ad immaginarsela come una matricola che è appena risalita dalla Lega Pro. Tutti s’aspettavano di vederla protagonista ma è anche stata sfortunata con i tantissimi infortuni».

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