L'APPELLO

Coronavirus e sport, Fidal: «Non ci si può improvvisare runner»

Dura la presa di posizione della Federazione italiana atletica leggera verso i tanti “corridori” per caso

«Runner non ci si improvvisa. E chi non ha mai corso non è proprio il caso che inizi ora». È dura ed eloquente la presa di posizione della Fidal, la Federazione italiana d’atletica leggera, a proposito della discussa pratica dello sport nei giorni del “tutti in casa” per provare a limitare il contagio da Coronavirus. Per questo la FederAtletica ha diffuso un decalogo con «i suggerimenti per gli appassionati della corsa».

Questi i dieci punti scelti: «Runner non ci si improvvisa. Chi non ha mai corso non è proprio il caso che inizi ora. Correre senza sapere come farlo può nuocere alla salute. Per chi già è runner, oggi si corre solo per conservare la salute. La tua e quella di chi ti sta vicino. Per fare questo in primis corri da solo. Se vedi altri che corrono, allontanati. E se prima correvi un’ora, oggi bastano 20 minuti. Fai le scale più volte al giorno ed ottieni lo stesso risultato. E se tutto questo non è possibile, stai a casa e fai esercizi di tonificazione muscolare ». Con la chiosa che è un appello alla diffusione del vademecum: «Tutto questo il vero runner lo sa. Aiutaci a farlo diventare buon senso comune e buone pratiche condivise». Di corsa e corsette al tempo del Covid-19 ha parlato anche Antonio La Torre, direttore tecnico della Nazionale azzurra di atletica leggera.

«Come docente universitario, sono contrario agli eccessi ma anche alle demonizzazioni. L’attività fisica moderata mantiene alte le difese immunitarie, e può aiutare ad affrontare meglio il diffondersi del virus. Lo dicono studi scientifici approfonditi e riconosciuti a livello internazionale. Allo stesso tempo, gli atleti amatoriali non possono pensare di utilizzare questa situazione drammatica per dedicarsi all’allenamento. Il problema sta nei comportamenti sbagliati, non nella corsa - ha detto il dt - . Il concetto vale anche per i runner e vanno adottati quei comportamenti che sono stati chiaramente indicati dai medici, nell’ottica del cosiddetto “distanziamento sociale”. Voglio essere chiaro: non si può pensare di andare tutti a mezzogiorno a fare le ripetute alla Montagnetta, a Milano. Ci vuole intelligenza. E aggiungo che molto si può fare, anche senza correre, tra le mura di casa»