L'INTERVISTA

Compleanno “Nanu” Galderisi: «Salernitana, la mia vita»

L’ex giocatore di Juve e Verona: «Felice per quello che ho fatto»

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SALERNO - Giuseppe “Nanu” Galderisi soffia forte sulle sue prime 60 candeline. «Mi godo questo importante traguardo sempre con gli occhi incollati sul pallone». Impossibile rinunciare ad una passione per chi nel suo curriculum da attaccante rapace vanta tre scudetti, due con la Juventus e uno storico con l’Hellas Verona, una Coppa Italia e la partecipazione da titolare al Mondiale messicano del 1986 con la maglia azzurra.

Il suo personalissimo secondo tempo è da allenatore con un solo grande cruccio, ovvero la panchina della “sua” Salernitana controllata per appena due mesi nel 2012, vedendo i suoi sogni trasformarsi in un incubo terminato solo dopo una lunga battaglia legale contro la società guidata dagli allora co-patron Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. «Tanti passaggi di quell’esperienza meriterebbero una riflessione – spiega Galderisi - Per me era un’avventura particolare, densa di suggestioni, ricca di motivazioni. Tutti lo sanno che per la Salernitana avrei dato la vita, perché per me quel club significava mio padre, la mia famiglia, gli amici di Fratte e di Vietri, le prime partite al Vestuti, “Brustenga, Bonora, Marchi, Zoff”, così come “Capone, Abbondanza, Vitulano”. Volevo spaccare il mondo ma ho dovuto combattere contro qualcosa che mi ha limitato. Ma sono strafelice di essermi seduto su quella panchina, felice di quanto fatto ma anche rammaricato per quello che poteva essere e non è stato».

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