Colpo di Coda, hurrà Salernitana

Il bomber segna e serve l’assist a Improta: superato l’Avellino. È tempo di pensare al futuro

SALERNO. L’ultima all’Arechi finisce in gloria. I giocatori a festeggiare sotto la Sud, l’Arechi che canta e balla, gli ultras che urlano «un presidente che ci porti in serie A», cortei strombazzanti di auto all’uscita dallo stadio: come se la Salernitana avesse vinto il campionato. E invece è solo una partita, l’ultima interna di una stagione altalenante e in fondo anonima. Però lo scalpo è eccellente: mandare gambe all’aria l’Avellino - condannando a pene dell’inferno i cugini che rischiano playout e retrocessione - regala un pomeriggio di gioia e di felicità.
Confezionato da una Salernitana accesa e affamata: decisa, caparbia, motivata, pratica e perfetta nello svolgimento del tema tattico, tiene in pugno la sfida dal 1’ al 96’, creando almeno 8 palle gol e rischiando il minimo sindacale. L’ultima all’Arechi finisce in gloria per Massimo Coda, osannato a giusta ragione da uno stadio intero. È lui, e chi altrimenti, a sbloccare il derby con una stangata violenta e imprendibile di sinistro che gonfia la rete sotto la Sud, è lui a mettere il sigillo sul raddoppio che chiude la contesa servendo un cioccolattino che Improta scartoccia con golosità. È Coda il chiavistello che serve a Bollini per scardinare la difesa irpina, fin lì - è il 20’ della ripresa - fortunata a non capitolare solo per la bravura di Radunovic (’96 da tenere d’occhio) e per l’imprecisione di Rosina che per tre volte nel primo tempo potrebbe far gol e invece si scioglie davanti alla porta. È lui però a regalare l’assist a Coda che spacca la gara.
Vinta con merito dalla Salernitana, caparbia e avvolgente nel primo tempo, con una mediana più efficace del solito, con Minala e Zito che affiancano Della Rocca in regia, mentre Sprocati a sinistra e Rosina a destra cercano l’imbucata. Primo tempo senza gol ma con emozioni, emozioni e reti che però arrivano nella ripresa, giocata con acume e sagacia da tutta la truppa, svelta e pronta, famelica nelle ripartenze, letale davanti alla porta. Una vittoria nel derby vale purtroppo solo tre punti in classifica: magari fosse arrivata nel corso della stagione avrebbe potuto dare la svolta. Che, invece, a questa Salernitana è mancata. Il torneo ormai è finito, fra quattro giorni a Perugia cala il sipario e ci sarà da pensare al futuro. Cosa si intravede all’orizzonte? Bollini, condottiero da dicembre a maggio, ha regalato organizzazione difensiva e fiducia al gruppo: Lotito verbalmente gli ha promesso la conferma, il tecnico in fondo ha avuto una media playoff (alla fine si faranno) anche se, nel momento topico della stagione, alcune scelte di assetto hanno destato perplessità e troncato la proposta offensiva di una squadra che comunque aveva mancanze. Colpa pure di un doppio mercato lacunoso e dei soliti ritardi nell’assemblamento della rosa. Fabiani resterà al timone: toccherà a lui scegliere allenatore e giocatori mentre Lotito è impegnato nella scalata alla poltrona della Lega B e il cognato Mezzaroma aspetta segnali. Ci sarebbe da far presto (lo faranno?), e soprattutto ci sarebbe da ripartire da alcuni cardini - Tuia, Bernardini, Vitale, Gomis, Busellato - e poi c’è da sciogliere il nodo Rosina. Ci sarebbe soprattutto da trattenere Coda. Perchè, con un bomber così, sarebbe un delitto non iscriversi alla lotta promozione.
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