BOXE

Collina e Metropolis, la storia non finisce

«Il Covid mette ko ma se ci danno una palestra ci rialzeremo»

Dov’è la gloriosa “Pugilistica Metropolis” di via Cantarella a Salerno? Da oltre tre anni non c’è più traccia. Era un mito. Raccoglieva i ragazzi difficili dei quartieri che nel 1943 gli alleati avevano sbarrato con le grandi scritte bianche su ogni cantone. Si leggeva “ Out of bounds end of limits ”, che voleva dire, più o meno, oltre questo limite non andate. Quando poi i rioni furono sistemati e risanati, i ragazzi erano ancora allo sbando. Droga, furti, risse, coltellate, carcere. Chi pensava di lanciare loro una ciambella di salvataggio? I preti dell’Annunziata e di Santa Trofimena , qualche anziana maestra e lui, Mario Collina , nato nelle Fornelle dominate da “ Zi Maria ”. Era un robusto giovanotto che usciva ad alici con i gozzetti di Santa Teresa. Poi fece il barista e, nel 1968, salì a lavorare al nord. Al ritorno entrò nel sindacato dei portuali senza perdere, mai, di vista i ragazzi in balia del bisogno e dell’ignoranza. Era la sua vocazione. «Anche io ero della stessa pasta - dice - Avevo fatto solo le elementari e partecipavo alle petriate fra le combriccole dei rioni popolari. Ma non ho smesso mai di lavorare sodo, vendevo finanche melloni con il carrettino per guadagnare quanto occorreva alla mia famiglia. Quando, poi, nel 1993, ebbi uno spazio al Centro Sociale di Pastena, pensai alla “Pugilistica Metropolis”, in cui accogliere gratuitamente chi, stanco di correre i rischi della strada, voleva accostarsi alla boxe, sport duro ma ricco di valori. Il mio intento non era quello di creare campioni di pugilato, bensì di offrire opportunità di ravvedimento e di recupero. Venivano anche elementi facinorosi e ragazzi delle case-famiglia e imparavano a mettersi in riga. Spesi quaranta milioni, la mia liquidazione, e mi affiancai al presidente del Centro, il giornalista Ernesto Scelza (leader del Sessantotto, scrittore, saggista, pacifista e politico a tutto campo - ndr ). Insieme abbiamo fatto un gran lavoro e sarà tutto scritto in un prossimo libro».

Collina, i suoi ragazzi difficili hanno regalato a Metropolis e alla città un sacco di soddisfazioni sportive. E lei resta un maestro filantropo, che un po’ di storia della boxe salernitana l’ha scritta. Le hanno appena consegnato la pergamena di Benemerito. Ha avuto allievi che hanno vinto titoli regionali, interregionali, italiani, internazionali e sono stati protagonisti nelle competizioni delle Nazionali azzurre.

Sì, quattro sono stati anche pugili professionisti: il superwelters agropolese Luca Arrigo, che ha combattuto sui rings spagnoli, Mario Lamberti, Lorenzo Grimaldi e Dario Socci, il quale incrocia ancora i guanti in varie parti del mondo. Io non sono mai stato un pugile, bensì un combattente di kickboxing, però ho frequentato svariate palestre di boxe a Salerno e in tutta la provincia prima di allestire lo spazio che tutti conoscono a Pastena. Ho frequentato buoni maestri e ho preso il patentino nel 1991. La FPI mise a disposizione di noi giovani insegnanti alcuni maestri cubani. La scuola cubana primeggiava in campo dilettantistico presentando alle Olimpiadi e ai Mondiali fenomeni che esprimevano una boxe completa, ma soprattutto di fantasia. Io ospitai uno di loro e seguii quel solco. Così ho potuto aiutare decine di ragazzi. Alcuni di loro hanno conquistato trofei importanti anche in campo internazionale.

Ne citi qualcuno.

Il primo fu Pasquale Bennardino, oggi poliziotto. Nel 1995 fu campione italiano novizi e nel 1997 campione interregionale seconda serie pesi gallo. Poi andò in Marina per sette anni e, quando tornò, non voleva più saperne.

Spronato dai genitori, lei insistette e nel 2004, a San Nicola la Strada, il paese del grande Michele Palermo, l’ex marinaio conquistò il titolo italiano assoluto nei 57 kg. Fu campione in compagnia di Roberto Cammarelle, Clemente Russo, Picardi e Valentino. Un onore per Metropolis e per Salerno. Nello stesso anno vinse anche la Medaglia d’oro all’International Boxing Triad e, poi, entrò nelle Fiamme Oro.

Nei primi anni andavano forte anche il peso medio Fabio Iavarone, che ebbe una vita sfortunata e difficilissima, e Vincenzo Scannapieco, un quattordicenne che nei 65 kg , dal 2009 al 2013, fu vincitore di campionati italiani Junior e Youth, del Trofeo Italia, fu bronzo agli europei giovanili e vincitore nel duals Italia-Polonia. Un vero talento, che lasciò la boxe per lavorare. Anche Dario Socci e la sorella Alessia, andarono a medaglia ovunque li presentassi. Alessia vinse tre titoli italiani. Nessuna la fermava.

Arrivarono anche le imprese di Ciro Cipriano, piccolo fighter molto aggressivo.

Il nonno era stato un mancino forte e coraggioso e il nipote è tornato sulla breccia nonostante un lungo stop. Ciro conquistò due titoli italiani e due Guanti d’Oro e fu più volte azzurro. Fu richiesto dalle Fiamme Oro sette giorni prima che incominciassero i campionati assoluti e, pur di dargli la possibilità di una sistemazione, la Metropolis lo lasciò libero. Come era già stato fatto con Bennardino. Come dicevo, Cipriano è tornato alla Metropolis e, pur essendo poliziotto a Napoli, si accinge al salto tra i professionisti.

E la Metropolis? Da tre anni lei bussa a tutte le porte. Conta di ricominciare a curare i ragazzi difficili e a creare talenti?

Non abbiamo avuto solo ragazzi difficili. Luca Ardia, un bel talento, studiava e oggi è un brillante architetto. Io aspetto la nuova palestra. Quando i Nas misero i sigilli, nel 2017, feci presente che eravamo arrivati in quelle condizioni perché, pur sollecitati, nessuno si era mai fatto vivo per un restyling della struttura. Quando fu chiusa, i politici promisero l’immediata soluzione del problema. Ora spero che tutto non sia finito nel dimenticatoio. Voglio ricordare che l’anno prima della chiusura la Metropolis con Stefano Alfano conquistò il 1° posto ai regionali e il 2° posto ai nazionali Youth e al Torneo nazionale “Mura”. Salirono sugli stessi podi anche Alessandro Massaro e Manuel De Sio mentre Davide Forte, vinse il Trofeo “Mura” nei 60 kg oltrechè la medaglia di bronzo al Torneo Europeo Youth con la squadra nazionale. La pandemia ha sferrato il colpo da k.o. ma se ci danno una palestra ci rialzeremo, io non ho nessun dubbio.