Coda: «Punto importante» Gomis strega il Benevento

L’attaccante protagonista di una prova super: dopo Trapani è cambiato qualcosa Il portiere compie almeno 4 interventi miracolosi, applausi anche dagli avversari

BENEVENTO. I due estremi, la prua e la poppa di una Salernitana che soffre e porta a casa un punto nel derby di Benevento, con l’amaro servito alla fine sul piatto nel quale i sanniti presentano il conto, anche per la troppa pressione esercitata nel finale. Però Bollini non torna solo con un punto. Già nell’immediato dopo gara sa che può contare su delle certezze, che può osare un Rosina in panchina per tutta la partita, dopo il caso scoppiato in settimana, e che Donnarumma non risulta indispensabile, né per lui, né a questo punto per Coda.

La partita dell’attaccante di Cava de’ Tirreni è un continuo lottare, una prestazione di sofferenza, a denti stretti, senza mai lamentarsi, senza mai lasciarsi andare a gesti di nervosismo che in questa stagione non sono mancati. Per dirla tutta, Massimo Coda gioca e si comporta da leader, dà l’esempio ai compagni, fa anche l’egoista come ogni attaccante che si rispetti. Tre conclusioni ad inizio partita, violente, precise, coraggiose: una di queste mette in difficoltà Cragno, ma soprattutto dà fiducia alla Salernitana che in quei tiri di Coda capisce che nel derby, come in tutti i derby, la classifica non vale, ma conta la fame. Il bomber granata è sempre determinato, Camporese non riesce mai a tenere un pallone tra i piedi e impostare la manovra, Lucioni quando vede il bomber granata alzarsi in pressing, per il timore che il suo compagno di reparto perda palla, si mette in posizione di copertura. Coda fa paura solo per la presenza in campo. Una prestazione maiuscola, con un gol su rigore in maniera furba, non rischiosa, un tiro centrale partito dopo che Cragno aveva già battezzato l’angolo. E poi quell’assist a Sprocati: uno spettacolo. L’attaccante è stato anche l’unico, alla fine, ad avere l’onore di una battuta su Sky: «È un punto importante, che ci serve per ripartire. Noi diamo il massimo in ogni partita, però dopo Trapani sembra che qualcosa nei nostri confronti sia un po’ cambiato». Nessuna polemica, ma solo la voglia di porre fine alle tensioni con una parte della tifoseria che non ha gradito gli ultimi risultati altalenanti della squadra che, dopo la trasferta in Sicilia e la sconfitta infrasettimanale interna con la Spal, sembrava smarrita.

E proprio su rigore l’altro protagonista granata mostra l’unica incertezza, se così si può definire. Si tratta di Gomis, il portiere italo-senegalese che il Torino ha girato dopo le esperienze di Crotone e Cesena. Ogni anno è sempre meglio, perché tra i pali acquista convinzione, ma soprattutto ha quella spericolatezza innata che lo porta a chiudere su Ceravolo e Cissè in situazioni quasi disperate, con conclusioni che non hanno ostacoli e lui, chiamato ad essere l'ultimo baluardo, ci mette il cuore. Gomis ha un istinto fenomenale, quello dei portieri che hanno avuto gli insegnamenti della tecnica in ritardo, ma che sono nati con l’istinto chi vola da un palo all’altro, gettandosi contro ogni pallone e ogni avversario, con il corpo, le braccia e le gambe, pur di negare un gol. Non è la prima volta che la Salernitana ringrazia Gomis, perché con il portiere senegalese tra i pali la squadra ha trovato la sicurezza che gli serviva. Le sue prove hanno spento sul nascere un dualismo con Terracciano che aveva soltanto alimentato le chiacchiere da bar all’arrivo del giocatore. Gomis è titolare inamovibile in questa Salernitana che dovrà ripartire dal punto a Benevento e giocare come al Vigorito, mettendo in campo tutto quello che ha, al di là dei limiti che la tifoseria ben conosce.

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