«Coda e Donnarumma sono una grande risorsa»

L’ex attaccante Antonio Capone commenta l’esclusione dei due bomber «Non sono in crisi, è il gruppo che deve ancora trovare una sua identità»

SALERNO. Trenta gol nelle 137 apparizioni in granata: i numeri bastano a fidarsi di Antonio Capone, ex attaccante della Salernitana, che chiede tempo e pazienza alla città. «Ho giocato a Salerno, conosco le pressione che la piazza trasmette. Speriamo che la squadra si sblocchi presto, poi si potrà cominciare a pensare a qualcosa di diverso di una semplice salvezza».

Come si spiega il momento no dell’attacco?

«Non credo che si possa parlare di un momento no degli attaccanti, è una situazione che coinvolge tutto l’ambiente. Non è mai facile per un allenatore nuovo trovare subito l’equilibrio giusto e l’abito perfetto per la squadra. Sannino quando è venuto ha trovato una squadra che è stata rinnovata, a Cesena ha lanciato Improta e Ronaldo che non giocavano da tanto. Per quel che riguarda gli attaccanti ci sono state poi le voci di mercato che hanno coinvolto Donnarumma. Tutte queste situazioni, sommate ai risultati che non sono ancora arrivati, finiscono per condizionare anche le scelte dell’allenatore. E poi, detto sinceramente, l’unica partita veramente sbagliata è stata forse quella col Vicenza. Perché pareggiare con Spezia, Verona e Cesena ci può stare».

Giusto lasciare fuori sia Coda e Donnarumma?

«Sannino è andato a Cesena con un solo obiettivo: quello di fare punti, di trovare il risultato a tutti i costi. E perciò ha cambiato l’assetto tattico e stravolto la formazione facendo un turnover che ha colpito entrambe le punte. Nessuno se l’aspettava l’esclusione di Coda ma alla fine ha trovato quel che cercava».

Con uno dei due in campo avremmo assistito ad una gara diversa?

«La Salernitana avrebbe giocato un calcio diverso, forse più propositivo, certamente più sbilanciato. Magari si creava qualcosa d’interessante, magari si prendeva un gol in contropiede, chi lo sa. Non penso che la loro esclusione sia di natura tattica, Sannino ha vissuto una settimana tribolata, s’è sentito per un attimo messo sul banco degli imputati ed è andato al Manuzzi a fare una partita nel modo in cui non piace giocare a lui. Ma voleva ottenere punti, ha mosso la classifica e credo che col Trapani torneranno titolari entrambi. E sarà una gara completamente diversa».

Possono ripetere i numeri dell’anno scorso?

«C’è solo Pazzini che è un gradino sopra tutti gli altri ma per lui parla la carriera. Per quel che offre la B è certamente una delle migliori coppie, forse addirittura la migliore. 30 gol credo che li possano garantire tranquillamente: hanno già dimostrato di saper fare bene, di saper stare in area di rigore e di avere senso del gol. Certo, non possiamo pretendere slalom tra tre avversari e poi gol: non hanno quella sensibilità nei piedi e per quel tipo di giocate alla Salernitana servirebbe uno molto più simile a me. Ma Sannino avrà modo di trovare il giusto equilibrio che li farà rendere al massimo».

Rosina dove deve giocare in questa Salernitana?

«Ha sempre avuto un ottimo piede, dovrebbe giocare tra le linee ma se non c’è un centrocampo che detta i tempi alla perfezione diventa complicato anche per lui. Odjer non è un regista puro, Busellato è un mediano e così Rosina spesso è costretto anche a fare il gioco in zone non sue. L’importante è che non giochi mai spalle alla porta: non ha il fisico per farlo».

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