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Coda crea e Gomis conserva

La coppia d'oro ha ipotecato la salvezza e fa sognare i playoff

SALERNO. Coda segna e Gomis conserva: è tutto qui il segreto della nuova Salernitana. Il centravanti della provvidenza e il portiere “priorità di gennaio” sono la coppia d’oro, un tesoro che non è più possibile tenere nascosto perché luccica e quasi abbaglia, vale punti. Nel caso di Coda, vale pure un premio e una plusvalenza: lui da contratto incasserà altri 30mila euro di bonus al quindicesimo gol – vicinissimo – e il co-patron Lotito, che in estate gli aveva promesso un futuro alla Lazio, dovrà decidere se rimandare il salto, spalancargli le porte di Formello oppure cederlo facendosi pagare profumatamente il cartellino. Coda piace al Chievo Verona «e il Genoa - ha aggiunto il procuratore Beppe Galli - si sta mangiando le mani».

Gomis, invece, è in prestito secco. Il futuro può attendere. Il presente, invece, restituisce a Bollini due certezze, una per area di rigore. Un portiere che pari e un attaccante che segni: non occorre altro per salire in volata sul treno che potrebbe condurre la Salernitana al traguardo dei playoff. Tutto è cambiato da gennaio, 22esima giornata, prima del girone di ritorno: mentre Coda andava a segno, il debuttante Gomis – un po’ istrione ma tremendamente efficace – inaugurava i suoi voli plastici all’Arechi, davanti al suo nuovo pubblico. Un’avventura presa subito di petto, con personalità, senza paura. Pane e acqua della Salernitana, Coda e Gomis in campo giocano agli estremi e sono molto diversi anche caratterialmente.

Il portiere, che è imbattuto da due partite e che da tre non subisce gol su azione, ama condividere con centinaia di fan le sue prodezze sportive. La cena con i compagni di squadra, l’allenamento personalizzato, il primo viaggio in auto verso Salerno: tutto il suo mondo, in questi primi mesi granata, è finito sulle pagine facebook, twitter e instagram. In campo si fa sentire, urla tanto.

Il mondo di Massimo Coda, invece, comincia in campo e finisce a casa. Carattere introverso, diventa personaggio pubblico fuori dal rettangolo di gioco solo quando la Salernitana gli chiede di firmare il calendario granata al supermercato oppure di presenziare alle inaugurazioni dei club. Le sue boe luminose sono la famiglia numerosa (d’origine) e quella che ha creato con la propria compagna, che gli ha regalato la gioia di diventare papà. Coda a 28 anni ha raggiunto un proprio equilibrio: è un uomo sereno e in campo è diventato il centravanti mitragliatrice che tutti attendevano. Trenta gol con la Salernitana sono un traguardo meritato, sudato, prestigioso ma solo di tappa. Migliorabile – e pure alla svelta – da quando Bollini lo ha caricato di responsabilità privandolo del suo “gemello” Donnarumma. Può apparire un paradosso ma non lo è: adesso Coda sa che tocca a lui, ha acquisito quel pizzico di egoismo che non fa parte del bagaglio tecnico di un attaccante ma di quello caratteriale. A Chiavari lo ha dimostrato: ha segnato ma ha anche colpito la traversa e poi è andato alla conclusione in altre due circostanze. Se arriva il pallone giusto, adesso Coda mira e spara. Contro l’Ascoli, che ha impallinato la passata stagione segnando il suo primo gol all’Arechi, il bomber insegue il quinto sigillo consecutivo.

 

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