LA STORIA

“Cerra cè”: la dedica di Gigio Donnarumma al nonno di Victor

Il portiere mostra il tatuaggio per mister Ferrara: il nipote è il cetarese Senatore, morto nel 2019

Cerra cè . Reminiscenze del grido di battaglia d’un tempo che fu riecheggiano all’orecchio dell’eroe della notte magica di Wembley. “SuperGigio” Donnarumma si rialza da terra: ha appena messo via il pallone di Saka , sgretolando il vagheggiato It’s coming home e regalando una domenica storica all’Italia intera.

Cerra cè . Risuona nella mente del portiere più forte del mondo, e l’erba del maxi-stadio nel cuore del borough di Brent assomiglia così tanto al prato dei boschi di Quisisana, o al campetto di Varano di Castellammare di Stabia. Cerra cè . Un neologismo del mister che ammirava estasiato i colpi di reni d’un bambino prodigio: vuol dire “Mamma mia, che hai fatto!”.

Cerra cè , allora, SuperGigio! Che hai fatto! C’hai presi tra i guantoni e c’hai portati in paradiso. Cerra cè . Donnarumma se l’è tatuato sul braccio, e nel cuore della notte più bella della sua carriera lo ha mostrato ai suoi 2,7 milioni di follower . Una storia su Instagram . «Anche per te Mister. Sempre con me. Cerra cè », campeggia sullo scatto. È la dedica del campione al suo mister, Ernesto Ferraro di Castellamare di Stabia. L’Europeo è per lui, per il “mago dei numeri uno”, l’indimenticato pipelet dell’Ascoli che perse la vita sul finir del 2018. Ferraro è stato il papà calcistico di Fabio Quagliarella , di Antonio Mirante , di Gennaro Iezzo . E dei fratelli Donnarumma. Fu lui a portare “SuperGigio” al Milan: «Se oggi ho realizzato il mio sogno di giocare in serie A, di calcare il prato di San Siro, lo devo soprattutto a te», fu il toccante messaggio d’addio in quel terribile 31 dicembre del 2018. Ora la dedica. Con un tocco di Salerno.

“Mago Ernesto” è il nonno di “Victor”, che sta per Vittorio Senatore , giovane cetarese che perse la vita a seguito d’un enigmatico incidente in scooter, nella notte tra il 14 ed il 15 settembre del 2019, a 16 anni. Vittorio è morto lungo la maledetta via Croce, che separa la “sua” Salerno (andava a scuola lì, ed era innamorato della Salernitana) da Vietri sul Mare e Cava de’ Tirreni (i Senatore vivono nella città metelliana), ma nessuno sa come. E da quasi due anni mamma Monica Ferraro (la figlia di mister Ernesto) e papà Domenico Senatore battagliano reclamando giustizia per un figlio che non c’è più. Dolore e rabbia. Domenica un sorriso: «Quando ho visto quelle mani parare quel rigore - dice Monica - ho pensato alle mani di mio padre, le mani enormi d’un portiere. Contro l’Inghilterra, papà ha illuminato Gigio». Ed il numero 21 ha ricambiato: Cerra cè . «Papà gli voleva un bene dell’anima. È stato uno di famiglia, è cresciuto in casa nostra. Quando Gigio aveva sette anni, papà ripeteva di continuo che era un fenomeno». Il pupillo di quella scuola calcio di Varano, il “Club Napoli” di Ciro Amore . «Se non erano lì, lo portava sui boschi di Quisisana per allenarsi. Sapeva che sarebbe diventato un campione: fu lui a portarlo al Milan».

Cerra cè , “SuperGigio”. Che gioia che c’hai regalato! Come a giugno 2019, con Vittorio e i suoi fratellini a Cava: «Si presentò a casa. Vittorio lo abbracciò: non riusciva a dire una parola. Tremava di fronte al portierone del Milan. Vittorio era orgogliosissimo del nonno, che faceva il calcio per passione». La stessa passione dei ragazzi, che non dovrebbero morire mai. Domenica sera, Vittorio avrebbe dovuto gridarlo con gli amici, Cerra cè . Lo avrà fatto dalla più alta delle curve. Accanto al nonno mago. «Anche per te Mister. Sempre con me».