PUGILATO

Ceglia: «Salerno, voglio regalarti la prima corona europea»

A maggio all’assalto del titolo continentale sul ring “di casa”

«È fatta, data e sede sono state decise, ora tocca a me e a Khalladi contenderci il titolo europeo dei pesi leggeri». Gianluca Ceglia, dopo un anno di caparbio inseguimento, tra rinvii e infortuni, è arrivato al tanto agognato traguardo, l’incontro per la corona continentale dei pesi leggeri versione EBU. Si disputerà il 4 maggio prossimo a Salerno e sarà organizzato dalla BBT di Davide Buccioni, la sigla del manager del pugile di San Valentino Torio.

Ceglia, è soddisfatto di riportare a Salerno la grande boxe? Solo due volte la città capoluogo ha ospitato un gala di boxe con in palio un titolo della Vecchia Europa, e le date sono piuttosto lontane. Gli almanacchi dicono: 14 novembre 1984, campionato pesi gallo, vinto dal napoletano Ciro De Leva sul britannico John Fenney, e 16 novembre 1988, titolo dei pesi piuma in palio tra la stella locale Vincenzo Limatola e il belga Jean Marc Renard. Purtroppo Limatola, grande cuore salernitano, dovette arrendersi a un picchiatore terribile.

Io sarò il terzo pugile salernitano a battersi per la corona EBU, dopo Limatola e il sarnese Samuele Esposito, e spero di diventare il primo salernitano a laurearmi campione d’Europa. Non lascerò niente al caso. Fra due mesi conto di essere prontissimo.

Khalladi è un osso duro, molto diverso da “Prince” Tatli, il kosovaro che lei avrebbe dovuto incontrare a Savonlinna, sul grande lago Saimaa,in Finlandia. Ha un destro che fa molto male. Ha chiesto informazioni a Valentino e a Kaba, le sue due ultime vittime?

Con Domenico Valentino siamo amici e lo sento al telefono. Mi ha detto di stare attento perché Khassadi è imprevedibile In realtà quell’improvviso gancio destro largo che lo mise giù non era facile da leggere. Ma a un pugile che ha vinto il titolo mondiale dilettanti cosa si può rimproverare? Fu un infortunio sul lavoro. Io, però, so come neutralizzare quel colpaccio e non me ne faccio un incubo. Ritengo Khalladi un elemento scorbutico, ma alla mia portata. È molto meno tecnico di Tatli, che ha anche uno score più consistente, essendo stato campione europeo e avendo combattuto per il mondiale, e possiede un solo colpo, il destro largo, che è pericoloso se lo si trascura. Ma io non lo farò.

Ha un piano per neutralizzare il gran destro del suo avversario?

Andiamo con ordine. Io mi batterò in casa e non sarà un vantaggio di poco. Fossi andato in Finlandia, dove risiede Tatli, avrei dovuto superare problemi che qui non ho. È vero, ho rinunziato a un bel po’ di soldi, ma non avrò i disagi di una trasferta lontana e in un paese sconosciuto, dove tutto è diverso dalla mia realtà. E poi avrò il sostegno morale della mia gente e respirerò la buona aria di casa. E veniamo a Khalladi. So che è cambiato, che prima non vinceva così, ma gli imporrò la boxe a corta distanza in modo che non potrà far partire il gancio destro largo. Mi allenerò in funzione di questa tattica, e poi voglio ricordare che anche i miei colpi fanno male.

A che punto è la sua preparazione?

Proprio in questi giorni sto definendo i dettagli con il mio staff. Il primo obiettivo è quello di rientrare nel peso con una preparazione alimentare che mi faccia perdere i chili di troppo ma non la potenza muscolare. Ero arrivato a 71 chili e devo perderne altri quattro- cinque, ma sono tranquillo da questo punto di vista perché mi seguono due eccellenti professionisti, l’igienista Matteo Testa e suo fratello Leo, mental-coach molto preparato. Mi porteranno all’incontro con il giusto peso e perfettamente convinto di quello che dovrò fare sul ring per vincere. La forma atletica la raggiungerò nella palestra del maestro Zurlo, a Torre Annunziata. Sceglieremo sparring adeguati per acquisire velocità e abitudine alla media e corta distanza. Picardi e Vincenzo La Femina, due elementi in ascesa, mi stanno dando una mano e ce ne saranno altri. Il 4 maggio sarò pronto a ricevere Muhamed Khalladi. Intanto a fine settimana sarò a Roma nell’angolo di Sirica, che incontrerà Qamil Eti, e il 19, 20 e 21 accompagnerò a un torneo esordienti, nel Casertano, Mattia Sant’Elia e Antonio Oliva. Sono pugili della mia scuderia e non posso trascurarli. E ce n’è un altro nello staff, con un ruolo insostituibile, il piccolo Antonio Ceglia, quattro anni, mio figlio. In palestra mi tiene su di giri come nessun altro. Voglio vincere anche per lui.