SALERNITANA

Castori torna sulla graticoladopo il pareggio col Vicenza

Dalla società ufficialmente arriva la fiducia all'allenatore granata, ma Lombardi amaro ammette: "L'anello più debole è sempre l'allenatore". Sarà decisiva la trasferta di Treviso

Cinque giorni davanti, da vivere all’ombra delle contraddizioni dialettiche, della fiducia concessa a Castori da Lombardi («ha ottenuto 18 punti, gli do sei e mezzo») e adombrata («è normale che se le cose ad un certo punto non vanno, da noi come da ogni parte, paga sempre l’allenatore che è l’anello più debole») nello stesso virgolettato. E’ la strada che porta al Treviso - come quella che portava al Brescia, come ogni volta che arriva una sconfitta o anche un pareggio che non si confà ad una proprietà che sogna da grande ma allestisce da matricola.
E’ una strada farcita da tante parole, speranze, frasi monche, punti sospensivi. Come per Fabiani, che ha la stima della squadra e dei leader (Di Napoli, Fusco che l’ha ringraziato al 91’) e di Castori. Il mister ha detto: «Abbiamo fatto il mercato insieme, scelte sempre ponderate, condivise, commisurate ai parametri». Il mercato è chiuso, raggiunta la soglia dei venti. Anzi, no. Il presidente Lombardi rassicura i tifosi che il mercato cova sotto la cenere. E’ come un fuocherello sempre acceso, una tentazione che affiora: «Il mercato c’è, perché siamo sempre vigili. A gennaio siamo pronti a fare di più, funzionale ad un obiettivo, se cambia». Mercato a gennaio, mercato anche a novembre: «Stiamo già lavorando sotto traccia. Con la collaborazione di chi? Non capisco certe opinioni che si costruiscono in questa città. Normale che stia operando io in prima persona in questo momento. Beh, certo, perché Fabiani è inibito, non poteva e non può operare».
La triade - rassicura Lombardi - va avanti a passo svelto verso il futuro tecnico. Il binomio - lui e Murolo, assicura Lombardi - va avanti a passo spedito verso la ricapitalizzazione. In mezzo c’è Castori, c’è la squadra. Con i suoi problemi: Castori non li ha nascosti neppure in conferenza. «I nostri problemi sono i problemi di tutte le altre. Siamo nel gruppone, siamo a tre punti da chi è avanti. Siamo tutte insieme, sedici in pochi punti. Sappiamo ci sono delle difficoltà ma noi siamo matricola e dobbiamo vivere sull’entusiasmo». Castori al futuro pensa. «Tiro diritto», l’ha già detto in ogni vigilia di venticello leggero. Nell’ultima, in verità, ha anche sottolineato: «Io quest’anno, per quanto mi riguarda, l’ho investito e intendo concluderlo a Salerno. Almeno da parte mia, non so se è chiaro». Ci crede, investe e tira diritto.
Sa di avere una matricola ma dopo il pari di sostanza con il Vicenza ha aggiunto: «Una matricola - dico come squadra e come calciatori - resta tale nei primi due, tre mesi e poi deve essere svezzata, non è più matricola. Dopo i tre mesi di ambientamento in categoria, non ci sono più scusanti». La matricola in questo momento ha problemi in fase offensiva. «E’ un dato oggettivo, non alibi, che Turienzo sia stato da poco recuperato e che Fava sia infortunato. Di Napoli non deve farsi irretire». Segna poco, sta stringendo i denti. Treviso è alle porte. Serve un mezzo gol. Per respirare fiducia. Per annotare altri svolazzi: «Guardiamo la classifica, siamo contenti a tre quarti, perché c’è l’Empoli, il Livorno e il Parma che soffrono e noi non ne approfittiamo. Va bene ma si può osare di più». E Castori che si domanda e chiede: «Ma che cosa si vuole di più da me?».
Pasquale Tallarino