Carmando racconta la sua vita in azzurro

Da Diego a Ferlaino: tantissimi aneddoti nel libro scritto con Renato Camaggio dal masseur

NAPOLI. È una storia straordinariamente semplice, come il suo protagonista, ma carica di episodi, aneddoti ed emozioni irripetibili quella ripercorsa da Salvatore Carmando e Renato Camaggio nel libro "Carmando, Le mani su D1OS" (edizioni Graf, pagg. 200, 14 euro) in uscita l'8 maggio.

Un racconto, scritto a 4 mani con il suo avvocato e amico fraterno, con cui il massaggiatore più noto e amato del calcio italiano per la prima volta si racconta a tutto campo, ripercorrendo, dal suo speciale punto di vista, grandi e piccoli eventi di cui è stato protagonista e testimone.

Una storia, indissolubilmente legata a quella del Calcio Napoli, fatta di traguardi sportivi e di unici momenti di condivisione con i personaggi che ha incontrato nel corso della sua carriera: la vittoria dei Mondiali con la Nazionale argentina in Messico nel 1986, gli scudetti e i trofei vinti con il Napoli, passando per l’episodio della monetina a Bergamo accanto ad Alemao, gli anni vissuti con la Nazionale italiana, la squalifica di Maradona ai Mondiali USA ’94, fino a giungere alle stagioni della gestione di Aurelio De Laurentiis, la ricostruzione in serie C e il suo traumatico pensionamento nel 2009.

Una carrellata di ricordi nel libro da cui emergono i ritratti dei grandi del calcio - il fuoriclasse Diego Armando Maradona, i presidenti Ferlaino e De Laurentiis, gli allenatori Vinicio, Pesaola, Marchesi, Bianchi, Ranieri, Lippi, Boskov, Zeman, Reja, i campioni Bruscolotti, Giordano, Dirceu, Savoldi, Krol, Careca, Ferrara, i fratelli Cannavaro, e tanti altri - che hanno intrecciato con Carmando non solo rapporti di lavoro, ma anche vere amicizie, più o meno strette.

Soprattutto, emerge la schiettezza umana, la simpatia, la passione e la competenza con cui la "vicchiarè" ha saputo attraversare momenti belli e brutti di una carriera davvero fantastica., tra la prima volta che ha posato le sue "mani su D1OS" e l’addio al calcio e al Napoli - finalmente metabolizzato -, circondato dall'affetto di una tifoseria speciale, la stessa per cui ora Carmando torna in campo, anche se solo con le parole, per fermare nel tempo i retroscena delle pagine più belle della loro storia.

Perché, come scrive Giuliano Pavone nella prefazione, "lo spogliatoio è lo scrigno dell’imponderabile fattore umano, e Carmando ne è stato per decenni il custode".