L'intervista

Calori: «Presto per parlare di crisi, ma serve più equilibrio»

Il tecnico analizza il momento dei granata e avverte sulle insidie bianconere: «Bisogna fare attenzione a Djuric, ci vuole una prova di carattere e sostanza»

SALERNO. In attesa dell’occasione giusta per tornare in panchina, Alessandro Calori continua a tenere gli occhi ben aperti sulla B. «Cesena-Salernitana? Aperta a ogni risultato. Il fattore casa però può essere decisivo ancora una volta per i bianconeri».

Quattro punti per il Cesena, 2 per la Salernitana. Le squadre non arrivano al meglio...

«Dopo quattro gare è difficile fare un bilancio. In Italia c’è la brutta abitudine di dare poco tempo alle squadre ma ne serve sempre, anche alle più forti. Il Cesena ha cominciato sulla falsariga dell’anno scorso: in casa è squadra vera, con idee ben precise e i risultati lo dimostrano; fuori non ha però ancora trovato la giusta identità. La Salernitana è stata brava a trattenere le due punte. Coda e Donnarumma hanno fatto benissimo anche nei momenti di difficoltà e la salvezza è passata soprattutto dalle loro reti. Poi s’è aggiunto Rosina, uno capace di portare un’elevata dose di qualità. Ora però serve il giusto equilibrio per poterli far rendere al meglio».

Presto per parlare di crisi?

«Sì, ma siamo abituati a usare questa parola con eccessiva facilità. In Italia – e nel calcio soprattutto – non ci mettiamo nulla ad esaltarci prima e a deprimerci subito dopo una serie di risultati poco positivi».

La classifica deficitaria potrebbe regalare una partita nervosa e poco spettacolare?

«Mi auguro di no. Non credo che debba mai regnare la paura in una partita. Se entra in campo è finita. Per arrivare a ottenere buoni risultati serve tanto coraggio ma questo non vuol dire essere scriteriati, anzi. Serve seguire un percorso ben delineato, una linea tracciata e ben definita».

La crisi di Donnarumma?

«Le cose da lontano non le si possono mai percepire in maniera perfetta. Ma bisogna saper aspettare i giocatori di qualità e Donnarumma lo è. Ha dimostrato di saper segnare in tutti i modi, di giocare per la squadra e di mettersi a disposizione dei compagni. Deve trovare armonia e anche i compagni devono fare di più per metterlo nelle giuste condizioni. Sannino è esperto e sono sicuro che ci sta lavorando, non sarà un problema duraturo».

Il pericolo numero uno in casa Cesena?

«Djuric, perché è il terminale offensivo. Non sarà dinamico ma la sua fisicità dentro l’area può creare sempre grattacapi. Sa muoversi bene e creare lo spazio per sé o per gli inserimenti dei compagni. Ma ci sono tanti altri giocatori di qualità: è un bene per la Salernitana l’assenza di Ciano ma Garritano è un altro che ha gamba e un’ottima tecnica. Renzetti è uno dei terzini migliori nella categoria».

Dove possono arrivare le due squadre?

«È presto. Il calcio non è solo questione di tattica, le squadre si compongono anche di motivazioni che a volte non hanno nulla a che fare con gli allenamenti. Poi però, quando tutti gli ingredienti si miscelano alla perfezione, può scattare quella scintilla che ti fa girare tutto meglio. E dopo niente è precluso: lo dimostra il Cittadella che sta facendo cose importanti. Vengono da un anno e mezzo svolto con gli stessi uomini, la società ha le idee chiare che porta avanti con un progetto serio. Solo così possono arrivare risultati seri, poi sarà il tempo a decretare la bontà delle scelte».

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