Caira, l’uomo del mancato salvataggio granata

Ora fa il dirigente nella Lupa Roma, tre anni fa rappresentava Casale nelle trattative per evitare il crac

SALERNO. Ora s’occupa di “consulenza organizzativa e strategica alla presidenza”: così l’inquadra nei propri ranghi societari la rampante matricola Lupa Roma. Tre anni e mezzo fa era invece il trade d’union d’un progetto che avrebbe dovuto salvare la Salernitana Calcio dal fallimento. Stefano Caira fu contattato dal vecchio amico Loschiavo nel disperato tentativo di ridare linfa ad una società in agonia. Lui e l’agente Fifa Emanuele Marchetti, interlocutori sportivi del piano Casale, l’immobiliarista emiliano sondato dal sindaco De Luca. Per due mesi Caira e Marchetti s’interfacciarono con Loschiavo ed il commercialista Antonio Sanges: esaminarono numeri e prospettive, valutarono i bilanci, stilarono il piano aziendale, visitarono in grande segreto il Volpe e l’Arechi. L’arresto dell’immobiliarista mise però il punto alla trattativa.

Caira, ex agente Fifa, per anni influente dipendente della Figc, grande pupillo dell’allora presidente Matarrese (tanto che la scorsa primavera si parlava pure di lui come anello della catena di salvataggio del club biancorosso che curiosamente invece - vox populi - avrebbe ora Lotito tra gli azionisti) è uno degli uomini scelti dal vulcanico ed eclettico patron Alberto Cerrai (in passato pilota automobilistico nel “Gran Turismo” ed allenatore di calcio): come ds c’è infatti Giuseppe Bifulco (in passato ds poco amato al Benevento ed al Bellinzona) che due anni fa stava per essere “accoppiato” a Mariotto nel club granata.

Contro la Lupa Roma, costola dell’antica Lupa Frascati (ex squadra di Servi, difensore granata insieme a Lanzaro nel 2004, prematuramente scomparso un anno fa), sarà per la Salernitana di Lotito una specie di derby. Nel simbolo del club deliberatamente figurano insieme la lupa e l’aquila «perchè coi simboli di Roma e Lazio - spiegò il patron - vogliamo dimostrare come il calcio possa unire», club che è diventato il terzo a Roma prendendo così il posto della Lodigiani e della Cisco. Con Lotito pare non corra buon sangue: questioni di lavoro (Cerrai è amministratore di una società che si occupa di impianti di sicurezza) e non soltanto di fede sportiva. Dichiaratamente giallorossa. Tanto che quattro anni fa fece da sponsor al Mantova impegnato alla prima esperienza al Viareggio «per - motivò - un debito d’onore con Valigi che applaudivo all’Olimpico quando vinse lo scudetto con la Roma».