L'Intervista

Breda svela i segreti del Novara. «Sono bravi ma vulnerabili»

L'allenatore della Ternana ed ex bandiera granata è stato l’ultimo a battere i piemontesi e spiega come vanno affrontati. «La formazione di Torrente sta giocando bene, basta davvero poco per la svolta»

SALERNO. È l’ultimo ad aver battuto il Novara: alla prima panca con la Ternana - sconfitta sette giorni prima dalla Salernitana (ultima vittoria dei granata) - Breda prese i tre punti ai piemontesi che, dopo il ko al Liberati, sono in striscia utile da sei turni.

Come si batte il Novara?

«Premessa: era la mia prima gara, ci furono pure alcuni episodi particolari. Il Novara fa gioco, prova ad imporre il suo gioco e dunque qualche varco lo lascia. Bisogna essere bravi e svelti ad infilarvisi».

Seconda miglior difesa della B eppure asfaltato con due gol, al 66’ e al 67’ : avversario che va preso in velocità.

«Io avevo preparato la gara come ce ne fossero due, tatticamente e fisicamente. Nella ripresa feci due cambi, misi dentro giocatori con caratteristiche un po’ diverse: un altro attaccante veloce e poi Falletti che è molto bravo nei rimorchi. Diciamo che la “gamba” non doveva mai venir meno».

La Salernitana ce l’ha?

«Sicuramente ha giocatori con questo tipo di caratteristica. Magari si tratta soltanto di insistere, di crescere di condizione: fisica e pure psicologica».

Sei degli 8 gol subiti dal Novara negli ultimi 10’, addirittura 4 nel recupero: va preso per sfinimento?

«La lettura dei numeri è sempre un po’ particolare, a volte incidono degli episodi. Il Novara è un’ottima squadra, ha la tendenza a far gioco, dunque alla lunga si stanca e inevitabilmente un po’ si allunga».

Miglior assetto per affrontarla? A specchio o Torrente deve insistere col 4-3-3?

«Il 4-3-3 può anche andare bene, in fondo così significherebbe mettersi a specchio perchè loro giocano con due centrali e una mezzapunta: dunque il tuo centrocampista centrale si occupa della mezzapunta e i due interni fronteggiano i due mediani. Ci sono vantaggi e svantaggi, dipende anche da come formi il reparto, dipende soprattutto se riesci a vincere i duelli individuali: cercandoli o invece evitandoli. Ho visto il Novara col Pescara: è squadra in forma, che ha gamba e che ci crede».

La Salernitana, invece?

«Ho visto un po’ la gara col Bari e secondo me non ha giocato male, anzi. Non deve abbattersi, deve continuare a lavorare sulla propria identità: Torrente sa il fatto suo».

Ha visto pure Candussio?

«Gli arbitri non fanno guerre, ne andrebbe della carriera. Però il fallo era proprio netto».

Chi temere del Novara?

«Il gioco, la capacità di attaccare in profondità».

La Salernitana soffre l’avversario veloce, che va sul ritmo e con palla a terra. Gonzalez può essere devastante?

«Con il Pescara è entrato dopo, con Baroni che ha cambiato assetto. Non so all’Arechi come si schiererà però Gonzalez è bravissimo dovunque si metta: tecnico, veloce, energico. Ma la Salernitana ha i mezzi per farcela: sarà dura ma deve fare la partita, ha degli ottimi attaccanti e dei centrocampisti di spessore».

È così fragile in difesa?

«Non è questione di fragilità, perchè i ragazzi sono bravi. Solo che il reparto è stato colpito da una serie incredibile di infortuni. Non è facile montare e rismontare, creare affiatamento e coordinare i movimenti in un reparto che spesso ha dovuto cambiare anche tre giocatori alla volta».

Per uscire dal tunnel?

«La serie B è lunga, per tutti. Nessuno può star tranquillo. La Salernitana ha bisogno solo di una vittoria per svoltare. L’aspetto psicologico è importante, ti fa lavorare meglio, ti fa volare. E tranquilli, Torrente e il gruppo sono assolutamente padroni della materia».

Parola di capitano?

«Salerno, stai vicino alla squadra e al tecnico, fai sentire calore e desiderio: basta poco per svoltare».

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