SALERNITANA-ENTELLA

Breda ringrazia Salerno «Un tuffo nel passato»

Il grande ex acclamato da tutto lo stadio: il tecnico non nasconde le emozioni. Le visite dei tifosi in albergo, i regali per il compleanno e la foto da... ultras

SALERNO. Tutti in piedi per Roberto Breda, il vecchio capitano, assessore, ex allenatore granata ma soprattutto regista, faro e guida della Salernitana di Rossilandia. Come gli ospiti speciali e gli ex che non saranno mai ex, “Breda al 76’” sbuca dal tunnel tra gli ultimi e gli fa compagnia Beppe Sannino, l’allenatore della Salernitana. Che al momento dell’applausometro, sa farsi da parte e lascia a Breda la vetrina che merita. Così può partire il vecchio coro scandito una, due e tre volte dalla Sud. Emozionato e col gruppo in gola, Roberto Breda saluta, manda baci e applaude a propria volta. Con signorilità e riconoscenza, a differenza del proprio bomber Francesco Caputo che, dopo il gol “vendetta”, si prende la briga di esultare faccia a faccia con gli ultras, portando le mani alle orecchie per stuzzicarli. Solo uno schizzo di fango in una giornata da Libro Cuore.

Un’accoglienza dolcissima e nostalgica per Breda, cominciata venerdì a Vietri sul Mare, al Lloyd’s Baia Hotel. In ritiro pre-gara, nel giorno del suo compleanno, ha ricevuto in albergo una delegazione di tifosi del Salerno Club 2010, pure loro con un “capitano”. Insieme con Salvatore Orilia, c’erano Andrea Criscuolo, Michele Pecoraro, Massimo Giannatiempo, Ciro Borsa, e tanti altri. I tifosi gli hanno regalato una targa in ceramica vietrese, sul retro la dedica “Al sempiterno capitano”. L’allenatore si è emozionato quando gli hanno chiesto anche di scartocciare un altro regalo, a tinte granata. Salerno Club 2010 ha, infatti, acquistato e donato la sciarpa con la scritta “Comm’è bell a ess Pisciaiuò”, che è anche colonna sonora della Sud. Breda l’ha annodata al collo e poi l’ha distesa come fanno gli ultras per la foto, scattata in compagnia del suo vice Carlo Ricchetti, ex ala dell’epopea granata, pure lui molto applaudito all’ingresso in campo, e del preparatore atletico Donatello Matarangolo. Immancabile il brindisi per il compleanno. Il tecnico ha ringraziato anche per il dono di una bottiglia di birra artigianale tedesca. In visita al Lloyd’s Baia non solo Andrea Criscuolo, suo grande amico, ma anche gli inseparabili Fiorello e Silvio Petrosino. Poi la partita, gli applausi, il gol di Caputo col gesto scortese. Breda ha provato a sminuire, a mediare con l’ambiente granata. «Non diamo un’interpretazione forte del gesto del calciatore – ha detto – Caputo ci teneva non a vendicarsi ma a segnare per dimostrare la propria bravura alla città e alla tifoseria che non ha potuto apprezzarlo fino in fondo, a causa di altri problemi».

Si riferisce a quelli societari della gestione Lombardi sui quali, però, glissa. Concede solo una battuta a proposito delle ultime disavventure che hanno interessato Joseph Cala, l’italo-americano che lo convocava in sede per giocare con le palline immaginando di fargli la formazione. «Mi viene da pensare che nel 2011, a Salerno, siamo stati ancora più bravi. Il problema è che io con ingenuità gli avevo pure dato fiducia». Stringe tra le mani la maglia granata col numero 8 sulle spalle, quella di Busellato. «Mi sono emozionato – confessa Breda – quando sono uscito dal tunnel ho pensato a tanto tempo fa».

A fine gara, sotto la curva con Sannino. «L’idea è venuta a me – dice l’ex mediano – mi hanno anche un po’ consigliato di farlo, perché era giusto così. È stato montato quasi un caso a inizio settimana sulla nostra amicizia. In realtà c’è stima e simpatia, quelle sì vere e sincere. Lui dice che la Salernitana avrebbe meritato di vincere ai punti ma io guardo al mio punto. Pesante, contro una squadra in salute». (p. t.)

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