Bovo regala il Chievo alla Salernitana

Al 79’ la rete che vale la prestigiosa qualificazione. Luci e ombre sui granata. All’Arechi 9000 paganti, infortunio a Tuia

SALERNO. Deve essere la sua mattonella, la sua fetta di campo preferita: quando Bovo si trova lì, il colpo non lo sbaglia mai. E così, otto mesi dopo la rasoiata contro il Messina che decise una partita combattuta e brutta, il mediano veneto regala la vittoria alla Salernitana che supera di misura il Pisa qualificandosi per il terzo turno di Coppa. Una squadra ancora in cantiere: meccanismi da verificare, nuovi innesti ancora da inserire, modulo da valutare se i protagonisti dovessero essere questi. Certo, Torrente ha in rampa di lancio Sciaudone e Troianiello (oltre a Schiavi): pedine da inserire se vorrà continuare col 4-3-3 che ha bisogno di gente veloce, e che non tenga troppo il pallone. Russotto e Gabionetta, al momento, non danno garanzie in questo senso.

Caparbia ma ancora imballata, ordinata ma scolastica nell'applicazione di un 4-3-3 che sembra non avere ancora nelle corde, specie sugli esterni offensivi (Russotto soprattutto e anche Gabionetta) che non filano mai sulla fascia, la Salernitana - passata da Menichini a Torrente - si ripresenta all'Arechi come fotocopia di quella promossa in serie B. Nell'undici di partenza le uniche novità sono il portiere e Russotto, anche se la novità che più risalta è Calil schierato titolare, e centravanti: sempre provato da esterno in ritiro, il brasiliano viene lanciato dal tecnico che magari manda pure un segnale alla società tenendo in panca Eusepi.

Primo tempo diviso in due: la Salernitana parte aggressiva, pressa alta, Bovo si fa in due, Moro si allarga molto, ma si gioca solo sulla destra dove però Gabionetta non riesce mai a saltare l'uomo. Il Pisa si tiene e contiene, riempie la mediana con Starita in appoggio a Montella, trova due ripartenze veloci ma soltanto perchè i granata perdono rovinosamente palla in mediana dove a gestire tempi e gioco c'è l'inossidabile Pestrin. Intensità, pressing alto e spinto ma poca velocità e soprattutto scarsa qualità. Calil è lento, macchinoso, pare un corpo estraneo in una squadra ancora in fase di costruzione e di calibrazione. Si va di voglia e fisicità, in 5' (dal 17' al 23') la Salernitana sfiora il gol senza però mai che il portiere avversario debba intervenire. Ci prova, allora, da fuori. Urlo strozzato: prima la stangata di Pestrin, poi Russotto che a giro sfiora l'angolino, quindi il tiro di Bovo e infine per due volte Gabionetta, prima su punizione e poi con una mezza arpionata. Dal 23' fino al 45' sarà invece noia totale, zero emozioni e la distorsione al ginocchio che costringe Tuia ad uscire in barella.

Ripresa più viva, il Pisa tira nello specchio (Polverini) ma trova Strakosha sveglio e reattivo, sempre su punizione Russotto (complice una deviazione, i granata chiedono il rigore) sfiora il palo. A caccia della qualificazione, Torrente dopo 10' decide di cambiare, assetto ed interpreti. Fuori un mediano, dentro il centravanti. E' 4-2-3-1 con Calil trequartista ed Eusepi delegato ad aprire gli spazi e conferire peso ad un attacco evanescente. Però il vero brivido lo regala il Pisa: Bocchetti, travestito da Garella, per due volte respinge di piede (Strakosha è fuori dai pali) sulle ribattute di Starita e Bartolini.

Scossa, la Salernitana trova il tempo di piazzare la rasoiata vincente con Bovo regalandosi così per domenica prossima una sfida da serie A contro il Chievo. Ma per non affogare nei marosi della serie B dovrà lavorare - e attrezzarsi - ancora parecchio.

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