I PROTAGONISTI

Bocalon contro Soligo, il "doge" sfida il "capitano"

Venezia-Salernitana, l'incrocio dei due grandi ex

SALERNO - L’incrocio sulla Laguna assicura emozioni forti. E non solo per l’importanza della posta in palio sul campo. Venezia-Salernitana non può essere una partita come le altre per Riccardo Bocalon ed Evans Soligo. Il “doge” tornerà a casa e proverà a gonfiare la rete di uno stadio che ha frequentato sin da piccino, diventando poi suo per due stagioni. Il “capitano”, invece, ritroverà per la prima volta da avversario quella squadra che gli ha permesso di diventare un idolo e un figlio adottivo di Salerno. Due che, a maglie invertite, hanno lasciato il segno. E che, adesso, sono pronti a diventare delle certezze per i rispettivi club nel campionato che sta per iniziare. Il bomber granata vedrà scorrere i ricordi una vita intera. Gli torneranno in mente le immagini degli spalti e delle partite del Penzo, quando da bambino osservava le gesta di Schwoch e Iachini, di Recoba e Maniero. «Finché sono stato a Venezia ho sempre seguito la squadra, andavo allo stadio con la mia famiglia», rammentò l’attaccante in un’intervista di qualche anno fa quando, ancor prima di diventare il “doge” di Alessandria, vestì la maglia arancio-nero-verde. Un campionato e mezzo per mostrare all’Italia intera di che pasta è fatto: dal gennaio 2013 al giugno 2014 mise a segno 23 reti in 40 presenze, fra C2 e C1, dando ragione all’Inter, titolare allora del suo cartellino, che lo richiamò dal Sudtirol - dove trovò pochissimo spazio - per mandarlo in prestito a casa. Fu l’inizio della sua scalata, arrivata adesso sul palcoscenico più importante della serie B. Dove è pronto a consacrarsi e trascinare i tifosi della Salernitana. Soligo, invece, ripercorrerà quei cinque anni vissuti all’ombra del Castello d’Arechi con il vento in poppa. Arrivò dal Palermo, in sordina, nell’estate post primo fallimento a completare un reparto dove, almeno in avvio, partiva dietro rispetto a Princivalli, Bovo, Romondini, Shala e l’eterno Fresi. La parentesi Costantini durò poco e il suo sostituto Cuoghi decise d’affidarsi a lui per avviare la rimonta culminata con l’amaro ko nella semifinale dei playoff per la B con il Genoa. Fu l’inizio di un’esperienza indimenticabile. In cui divenne il “capitano”. La fascia arrivò già alla seconda stagione: il tecnico Novelli, quello che doveva essere insieme al ds Coscia il fautore della “Salernitana dei salernitani”, mise in palio l’investitura con una votazione nello spogliatoio. Vinse Soligo, nonostante la concorrenza di un manipolo di calciatori della città d’Arechi. Idolo dei tifosi fuori e dentro al campo, furono 166 le presenze (condite da 10 gol) con i granata, non venendo mai dimenticato dai supporters che, negli ultimi anni, l’hanno spesso ricordato come simbolo di professionalità e impegno quando c’era da tirare le orecchie a qualche calciatore “distratto”. Un amore ricambiato: grazie all’intercessione del Salerno Club 2010 e dell’addetto stampa Andrea Criscuolo, Soligo ieri ha inviato un messaggio ai supporters. «Dopo sette anni le nostre strade si rincontrano. Sarà un’emozione forte e una sensazione strana, per la prima volta sarò avversario. Sono contento, ci incontreremo in un campionato come la B che Salernitana e Venezia sono riuscite a conquistare. In bocca a lupo per tutta la stagione». Non saranno gli unici ex. A Venezia, infatti, ci sono pure Agostino Garofalo e Marcello Falzerano. Due prodotti di un settore giovanile granata che non c’è più, capace di lanciare a ripetizione giovani nel grande calcio. Il terzino sinistro svezzato da Zeman ormai 15 anni fa probabilmente vedrà il match dalla tribuna a causa di alcuni problemi fisici. Diverso, invece, il discorso per l’esterno d’attacco, la stellina brillante della Salernitana “povera ma bella” che sfiorò la B con Breda in panchina prima di salpare verso altri lidi. Anche per loro, l’incrocio sulla Laguna promette emozioni forti.