SALERNITANA

"Bobcat" Odjer torna a sorridere

Venti minuti a Vicenza, il brutto infortunio è alle spalle: per Bollini è un acquisto in più

SALERNO. Se n’è parlato tanto. Ad oltranza, quasi fino alla sfinimento. Il vero obiettivo della Salernitana negli ultimi giorni di trattative era un nuovo centrocampista da regalare ad Alberto Bollini. La rinascita di Ronaldo in cabina di regia, il solito lavoro dell’instancabile Busellato ed il rientro (finalmente) di Odjer hanno però cambiato gli scenari e stravolto il centrocampo granata. A novembre, durante la trasferta del Francioni, Moses Odjer fu costretto ad alzare bandiera bianca al 49’ per una lesione muscolare del vasto intermedio del quadricipite destro. Nove gare senza il ghanese ed intanto rincalzi messi un po’ dappertutto perché oltre ad Odjer s’è fermato poi qualcun altro, riempendo l’infermeria e costringendo Bollini a scelte forzate.

È tornato disponibile nella sfida al Novara (società che aveva provato a prenderlo a gennaio, salvo trovare una porta chiusa immediatamente dalla Salernitana) ma tenuto al riposo in panchina prima di esordire con il nuovo tecnico in quei venti minuti di Vicenza in cui ha messo in mostra tutto il suo repertorio. Tanta quantità, enorme generosità e dinamismo in mezzo al campo con gol solo sfiorato. Ad Odjer è bastata una manciata di minuti per riprendersi il centrocampo della Salernitana e la fiducia di uno dei leader carismatici del gruppo. Dopo la sfida del Menti Busellato, senza peli sulla lingua, l’ha incoronato come «il miglior calciatore della rosa». Sannino lo definì invece un «giovane vecchio» perché quando la carta d’identità recita ancora vent’anni sembra quasi impossibile ritrovarselo su ogni pallone con la solita determinazione e grinta ch’è solita dei veterani.

Per Mezzaroma è “bobcat”, perché Odjer è un po’ come quelle escavatrici, piccole ma potenti, che riescono ad arrivare dappertutto. Ci sono elementi, in questa Salernitana, che sembrano imprescindibili. Intoccabili, inamovibili, indispensabili. Insomma, meglio tenerli in campo che privarsene. Moses Odjer è una di quelle pedine. Prezioso, eppure “scoperto” con leggero ritardo, tenuto a riscaldare la panchina per lunghi tratti nella stagione scorsa. Il ghanese era dietro nelle gerarchie di Vincenzo Torrente. Solo alla decima giornata l’esordio in granata: diciassette minuti che servirono a stravolgere le normali abitudini di una squadra che ha cominciato a non poter più fare a meno di Odjer. Improvvisamente “bobcat” è entrato nel cuore dei tifosi, s’è fatto apprezzare per il sacrificio che non fa mai mancare e quando s’è dovuto parlare con il Catania del suo riscatto Lotito non ci ha pensato su due volte ed ha provveduto al pagamento. I 900mila euro spesi per rendere Odjer a tutti gli effetti un giocatore della Salernitana sono stati un investimento per il presente ma soprattutto per il futuro. Dopo tre mesi movimentati e trascorsi in infermeria Odjer ha finalmente ripreso lì da dove aveva cominciato. E forse ha anche dato ragione alla dirigenza. Serviva davvero un altro centrocampista? Se Minala si conferma sui livelli dei primi 180’ ed Odjer torna l’instancabile motorino presente in ogni zona del campo, è stato un bene lasciare la raccolta delle figurine ad altri club per dare spazio a chi ha dimostrato di saper onorare la maglia.

 

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