L'INTERVENTO

Bisogna presto voltare pagina

I tifosi della Salernitana sono preoccupati e allarmati e con il passar dei giorni la loro preoccupazione naturalmente cresce. Il futuro lo immaginano tinto di nero, avendo intuito che la vendita della società potrebbe richiedere tempi lunghi che non fanno di certo bene al necessario rafforzamento di una squadra cui occorrono nuovi ed urgenti innesti in ogni reparto. Del resto sanno quanto sia difficile il nostro campionato di calcio, di quante risorse finanziarie abbia bisogno una squadra per evitare di perdere la categoria appena conquistata. Sarebbe davvero una beffa per l'intera città di Salerno sprecare quanto l'impegno, il sacrificio e la determinazione dei calciatori e della società le hanno a Maggio regalato. Sarebbe deleterio distruggere quanto di buono si è fatto in un settore che tra l’altro ha ricadute positive sulla crescita della nostra economia. E Dio solo sa quanto l'economia della nostra realtà cittadina abbia necessità di effetti benefici e di boccate di ossigeno ! Occorre dunque far presto: questo è il grido d’allarme dei tifosi.

Ma non solo i tifosi, che più di altri seguono con particolare amore il calcio, hanno capito che una squadra per fare bene ha bisogno della presenza di una dirigenza, soprattutto della passione di dirigenti all’altezza e capaci di rivolgere le migliori energie alla crescita della squadra, di solidità finanziaria, di una gestione intelligente e lungimirante, di programmazione, di un assetto societario organizzato. Sono le componenti di cui purtroppo in questo momento i tifosi lamentano l’assenza, mentre ricordano benissimo che comunque erano gli elementi di cui era intrisa la Salernitana di Aniello Aliberti e quella del duo Lotito- Mezzaroma. Che la serie A l’hanno raggiunta non solo per le competenze dimostrate, ma anche per la continuità gestionale e la stabilità che hanno saputo assicurare alla Società, e che nel calcio molto spesso risultano determinanti per centrare certi obiettivi ambiziosi. I tifosi sanno che la squadra di calcio affidata ad un Trust è un’eccezione, che non può e non deve durare molto.

Essi vedono nel Trustee un freddo amministratore interessato più ai numeri del bilancio che ai risultati del campo, lo immaginano più rivolto alla quadratura dei conti che alle capacità tecniche dei calciatori. Essi non sognano altro che archiviare il Trust, voltar pagina e sognare invece un presidente capace di soffrire, di gioire e di entusiasmarsi, di un uomo appassionato di calcio e della Salernitana con il quale impegnarsi a costruire la squadra che faccia volare la fantasia.