Bielsa ha detto no per le mancate promesse

Il tecnico argentino: «I quattro acquisti entro il 5 luglio non sono arrivati, avevo chiesto 18 cessioni»

ROMA. Ambiente in subbuglio in casa biancoceleste. La rottura tra Marcelo Bielsa e la Lazio ha di nuovo infiammato il popolo biancoceleste, diviso tra invettive a Claudio Lotito e pensieri poco carini nei confronti del tecnico argentino. Una rottura arrivata dopo giorni di illazioni e ritardi e che porterà in tribunale materializzatasi con una lettera di Bielsa nella quale annunciava di rinunciare al ruolo di allenatore della Lazio. Quelle che la Lazio chiama dimissioni, perché forte di un contratto firmato in Argentina e regolarmente depositato l’1 luglio in Lega e in Figc e che ora Lotito intende utilizzare in una causa per danni di immagine al club: “Prendiamo atto con stupore delle dimissioni del signor Marcelo Bielsa – recita il comunicato biancoceleste seguito alla notizia della lettera – anche a nome dei suoi collaboratori, in palese violazione degli impegni assunti con i contratti sottoscritti la settimana scorsa e regolarmente depositati presso la Lega e la Figc con i relativi adempimenti previsti. La società si riserva ogni azione a tutela dei propri diritti”.

Un rapporto nato male, tra incomprensioni di mercato e richieste ritenute dalla Lazio al limite dell’assurdo ma che in sostanza erano state tutte concesse. Da uno stipendio di 3 milioni di euro per una stagione a 5 schede telefoniche illimitate per il “Loco” e tutto lo staff. E poi, una residenza a cinque stelle all’Olgiata con vitto, alloggio e auto. Ma a Bielsa evidentemente non è bastato. In serata, poi, il Loco ha spiegato perché non è arrivato in Italia: «Lotito non ha mantenuto le promesse: avevo chiesto 18 cessioni e quattro nuovi giocatori entro il 5 luglio».