Avanti Pestrin, c’è posto

La Salernitana perde Odjer per un turno: il capitano torna in pista

SALERNO. Bandiera ripiegata e scolorita, Manolo Pestrin potrebbe tornare a sventolare al Del Duca, davanti a tifosi che tre anni fa l’avevano eletto a simbolo e guida di una squadra che non voleva arrendersi al fallimento e che lasciò nell’ultimo giorno di mercato per passare – insieme con Fabiani e Bianchi – proprio alla Salernitana. Baricentro nell’anno della ricostruzione, capitano in quello della promozione e adesso forse troppo frettolosamente accantonato, addirittura non convocato appena venti giorni fa dopo una reazione un po’ troppo brusca nei confronti di Menichini, in campo per necessità a Vercelli e magari di nuovo dentro, e sempre per necessità, sabato ad Ascoli. Menichini ha perso Odjer (per fortuna soltanto un turno di squalifica ma sul ghanese resta la scure della diffida), nessun altro centrocampista granata ha il passo e la dinamicità del ventenne e dunque il tecnico deve per forza rimodellare l’assetto.

In attesa di Bonatti (il vice è atteso oggi dopo due giorni di riposo ritemprante) il toscano valuta le ipotesi sul prato che dipenderanno pure dall’assetto dei bianconeri che, nelle ultime gare, hanno alternato il 4-5-1 al 3-5-2. Clima più disteso e sereno nel gruppo granata: al “Mary Rosy” Fabiani e Menichini discutevano come soltanto nei giorni migliori della scorsa stagione. Serve serenità, serve calma, serve una squadra attenta nella sfida che può rendere in discesa il cammino della Salernitana verso la salvezza. Il report dall’infermeria obbliga ancor di più il tecnico a valutare assetto e uomini, a tener dentro Pestrin nei ragionamenti. Bovo si è rifermato (oggi nuovi esami, probabile l’intervento), Zito avverte ancora dolore al vasto mediale (ieri anche visivamente ha spiegato al tecnico dove gli duole ed ha saltato la partitella, giocata nove contro nove, risparmiati Moro e Bernardini mentre Empereur era a bordocampo), Oikonomidis non è al top e nemmeno nel gradimento dello staff tecnico dopo la prova col Livorno. Ergo, nella testa di Menichini frullano due idee, due ipotesi, due schieramenti.

Posto che non rinuncerà alla coppia gol Coda-Donnarumma contro una difesa che ha subito gli stessi gol dei granata ed ai due esterni difensivi Colombo-Franco, ballano il 4-4-2 e il 3-5-2. Il toscano non vorrebbe prescindere dal primo, uno schieramento metabolizzato dalla squadra alla quale va dato pure un bel segnale: al Del Duca non si va solo per il punticino, non è il momento di far calcoli. Però nella casella degli esterni ci sono Gatto, Nalini e Oiko che vanno gestiti, e ci sarebbe Zito se stesse bene e se assicurasse la doppia fase. Al centro, insieme con Moro, duello tra un Ronaldo apparso agonisticamente non acceso (eufemismo) e Pestrin. Il capitano: che c’era nell’ultimo precedente nelle Marche (anche se vestiva il bianconero) e c’era pure nell’ultima vittoria dei granata al Del Duca, quella che a metà maggio del 2009 fruttò tre pesantissimi punti in chiave salvezza. Punti che servono pure adesso. E, per questo, Menichini valuta pure un assetto più attento anche se gli seccherebbe sprecare un difensore: tre centrali (Tuia con Bernardini e Bagadur), due esterni (Colombo e Franco), i due bomber e tre centrocampisti. Moro ok, magari Zito o Nalini d’accordo. E Pestrin: sì, la bandiera sta per essere di nuovo srotolata.

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