Antonelli manda consigli «Palombi è fortissimo»

L’ex ds del Bari conosce da quindici anni Simone Inzaghi: «Pronto e preparato» E sugli under da ingaggiare guarda anche in casa Lazio. Germoni altro talento

SALERNO. Continuità: è la parola d’ordine che, secondo Stefano Antonelli, deve accomunare i tanti giocatori dell’ultima stagione. Ex ds del Bari, con un passato anche all’Udinese, “patria” delle plusvalenze e delle scoperte di talenti. «La B sta facendo un lavoro straordinario. È un nostro valore aggiunto, dobbiamo partire da queste cose per portarci oltre quei nuovi investitori, quei magnati che arrivano dall’India e dall’America. Sono benvenuti, certo, però abbiamo bisogno di rimettere al primo posto il prodotto locale».

Chi l’ha impressionata di più in questa stagione?

«Ce ne sono stati tantissimi: Petkovic, Keità, Coronado, Verre, Caprari. C’è Dezi che secondo me è già pronto per la A. Ma ne sto dimenticando sicuramente parecchi. E ce ne sono moltissimi altri ancora che con l’età sono leggermente più avanti ma di certo non sono vecchi. Coda e Donnarumma sono stati strepitosi, hanno trovato la giusta continuità e hanno fatto vedere cose più che dignitose».

Coda ha già conosciuto la A, Donnarumma ci vale?

«È un giocatore che non ha ancora espresso fino in fondo il suo vero potenziale. Avrebbe bisogno di un altro campionato a questi livelli per esplodere definitivamente ed entrare nel massimo campionato dalla porta principale. Un po’ come farà a breve Lapadula: dev’essere protagonista assoluto e sono convinto che possa farlo per un’altra stagione in B prima di consacrarsi poi tra i più grandi».

Odjer è un altro giovane che fa parlare di sé.

«Ha fatto un campionato importante, è giusto che venga riscattato. Potrebbe già far parte di un organico di una squadra di A. Non di una big, ovviamente. Ma il consiglio che posso dargli è di continuare a dimostrare quel che ha fatto: la massima serie non dev’essere solo un’ambizione per questioni economiche o di pregio. I giovani devono avere spazio anche lì e per questo devono arrivare preparati: magari a gennaio, dopo una prima parte di stagione senza giocare, ti ritrovi a scendere di nuovo di categoria. Vanno verificati i progetti tecnici più ambiziosi invece di quelli economici».

E Bagadur?

«Lui lo conosco un po’ meno, però la Salernitana ha avuto tre momenti diversi in questa stagione. È partita bene, poi le cose sono cominciate ad andare male, infine a tratti malissimo. Lui c’è sempre stato, ha dato il massimo nei momenti più delicati e richiederlo alla Fiorentina sarebbe il minimo. Il concetto però, anche per lui, resta lo stesso: c’è bisogno di continuità e solo in B la possono trovare».

Ha lavorato in una piazza calda come Bari. Ci sono maggiori pressioni per i giovani?

«No, affatto. Città come Bari e Salerno vivono di pane e calcio. E queste situazioni non possono far altro che trasmettere un qualcosa di positivo ai giovani. Imparano da subito a gestire le pressioni che troveranno poi in carriera».

Un tecnico giovane come Inzaghi può essere il nome giusto per la panchina?

«Lo conosco da quindici anni: dal punto di vista umano siamo vicini al 10, ma è cresciuto moltissimo anche in panchina, mi ha colpito per personalità e dedizione. S’è messo a disposizione della Lazio, ha trasmesso segnali forti. Ben venga Salerno, piazza con giuste ambizione dove può fare bene».

Un nome che consiglierebbe alla Salernitana?

«Hanno la fortuna di avere “vicina” la Lazio. Oikonomidis ha dimostrato di avere talento. Palombi è un giocatore fortissimo, così come Germoni, terzino sinistro classe ’97 che per caratteristiche tecniche e morali può essere già pronto per fare la primissima alternativa in B».

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