CALCIO E CONTAGIO

«Allenamenti dopo il 3 aprile e i dilettanti restino in attesa»

 Il diktat i medici sportivi

La Federazione medico sportiva italiana scende in campo e prova ad alzare la voce mettendo paletti rigidissimi per il mondo del calcio e non solo. L’organismo nazionale con una nota ha infatti raccomandato lo stop degli allenamenti collettivi per le squadre professionistiche fino al prossimo 3 aprile. Ma non finisce qui. Alla luce dell’emergenza Coronavirus, la Fmsi ha indicato la sospensione a tempo indeterminato per le attività delle società dilettantistiche, con richiesta invece di bloccare il settore giovanile scolastico fino al prossimo 30 giugno.

Una richiesta che, se condivisa dalla Figc e dalla Lnd, porterebbe a dichiarare conclusa anzitempo le stagioni per tutte le scuole calcio e molte associazioni sportive del territorio. Decine di migliaia di bambini e ragazzi dunque fermi al palo, con la possibilità concreta di dover dire arrivederci al calcio giocato e altri attività sportive, con appuntamento rimandato direttamente alla stagione 2020-2021. Se ne saprà di più nelle prossime settimane, in attesa di capire anche quale sarà l’evoluzione del Covid-19 sull’intero territorio italiano, che ha paralizzato anche il mondo dello sport. Intanto per quanto riguarda i club professionistici, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ieri mattina l’Associazione Italiana Calciatori ha tenuto una conference call con la Lega Pro. Da una parte Damiano Tommasi, presidente del sindacato dei giocatori, dall’altro Francesco Ghirelli, massimo dirigente della terza lega nazionale. Dal virtuale tavolo di lavoro è emersa la volontà reciproca di portare a proprio compimento il campionato di serie C, nel pieno rispetto però dei provvedimenti che verranno presi dal Governo nelle prossime settimane.

Inoltre, proprio in merito a quanto richiesto dalla Federazione medico sportiva italiana, Lega Pro ed Aic hanno ritenuto doveroso e prudente per la tutela della salute di tutti gli addetti ai lavori dei club posticipare la ripresa delle attività al prossimo 3 aprile. Fino ad allora tutti bloccati in casa, rispettando le restrizioni impartite sull’intero territorio nazionale. Messaggio prontamente ribattuto sia dalla Cavese che dalla Paganese sui propri siti ufficiali ed inoltrato ai propri tesserati. Larga condivisione tra le parti, dunque, dopo lo scorso weekend al veleno che aveva visto l’Associazione Italiana Calciatori scagliarsi apertamente contro i club di serie A e serie B che non avevano sospeso l’attività. Tra le squadre che una settimana fa avevano ripreso a lavorare c’era anche la Salernitana, di nuovo in campo ma seguendo un regolamento ferreo: sedute con gruppetti da massimo sei calciatori e con distanza di oltre un metro tra un elemento e l’altro, nessun esercizio collettivo sul terreno di gioco evitando così contatti e contrasti, nessun assembramenti sia in palestra che negli spogliatoi, con la richiesta a squadra e staff tecnico di raggiungere quotidianamente il Centro Sportivo Mary Rosy per essere sottoposti a ripetuti controlli medici. Tutto bloccato dal comunicato al veleno dell’Aic.

«Le società ci devono spiegare quale sia l'interesse nazionale di tenere in forma atleti ed atlete che nella migliore delle ipotesi non riprenderanno l'attività prima di metà aprile - la dura nota dell’associazione guidata da Tommasi - . Questo significa che stanno vivendo su un altro pianeta. Tutto questo è un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti delle tante persone costrette a muoversi e a lavorare per consentirci un minimo di servizi necessari, in barba alle richieste di restare a casa ». Qualche ora dopo il dietrofront del club granata, con attività agonistica rinviata a data da destinarsi. La speranza della serie B è riprendere il campionato a maggio.

(s.r.)