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A rischio l’iscrizione in serie D Titolo consegnato al sindaco

VALLO DELLA LUCANIA. La crisi. All’improvviso. Quando il futuro sembrava una formalità è arrivata la batosta: la Gelbison rischia di non iscriversi al prossimo campionato di serie D. Ieri mattina il...

VALLO DELLA LUCANIA. La crisi. All’improvviso. Quando il futuro sembrava una formalità è arrivata la batosta: la Gelbison rischia di non iscriversi al prossimo campionato di serie D. Ieri mattina il presidente dimissionario Tony Piccininno ha consegnato il titolo al sindaco Antonio Aloia: sarà il primo cittadino di Vallo della Lucania a dover correre contro il tempo per calamitare risorse imprenditoriali e garantire continuità calcistica al territorio. Il termine ultimo per i versamenti (19mila euro d’iscrizione, 30mila di fideiussione) è fissato per il prossimo 11 luglio.

Il banco è saltato al termine dell’assemblea dei soci di mercoledì scorso: doveva esser decisiva per il passaggio di testimone, per la nomina del nuovo presidente, per la scalata della cordata guidata da Riccardo Paolino. Che, però, non s’è presentato alla riunione: lui, così come altri soci. A Piccininno, già da settimane dimissionario, non è restata altra soluzione: «Ho aspettato con pazienza, pensavo che fossimo ormai in dirittura d’arrivo ed invece sono restato col cerino in mano. Consegnare il titolo al sindaco mi ha fatto davvero male: un gesto del genere rappresenta un fallimento, ma non potevo fare diversamente». Amarezza troppo forte. Poco più d’un mese fa s’era alle stelle (terzo posto e finale playoff col Cosenza), ora s’è alle stalle. O meglio, allo stallo. Piccininno spiega col groppo in gola: «Purtroppo non potevo continuare, l’avevo già annunciato in tempi non sospetti. Non avrei fatto mancare il mio contributo e non lo farei mancare a qualsiasi imprenditore volesse salvare la Gelbison. Ma non potevo più assumere determinati impegni. Mi sono prodigato per organizzare tutto in maniera capillare, perché la continuità fosse un atto semplice, formale. Ed invece mi sbagliavo».