A Fuorni dieci detenuti diventano arbitri

Concluso il corso tenuto dall’Aia nella casa circondariale. Il direttore Martone: «Noi primi in Italia»

SALERNO. Un corso per arbitri di calcio rivolto ai detenuti del carcere di Salerno: questo il progetto che è stato illustrato ieri presso la casa circondariale di Fuorni, un progetto che ha coinvolto dieci detenuti della sezione del carcere salernitano.

«Un progetto importante, che abbiamo messo in campo di concerto con l’Aia, l’Associazione italiana arbitri - ha detto il direttore della casa circondariale, Stefano Martone - il calcio come sport e come metafora del quotidiano: imparare le regole del gioco del calcio, rispettarle e farle rispettare, esattamente come nella vita di tutti i giorni. Voglio ringraziare l’Aia così come voglio ringraziare il personale del penitenziario di Fuorni che, nonostante le difficoltà dovute alla carenza di organico, fa sempre grandi sacrifici nel proprio lavoro».

Presenti anche i vertici nazionali e locali dell’Associazione italiana arbitri: «Voglio congratularmi con i detenuti che hanno seguito il corso e voglio ribadire la nostra disponibilità per altre iniziative del genere - ha detto Tarcisio Pisacreta, vicepresidente dell’Associazione italiana arbitri - sono certo che adesso dopo questo corso vedrete la figura dell’arbitro con occhi diversi. Iniziative come questa possono giocare un ruolo fondamentale nel reinserimento sociale dei detenuti». Rispettare le regole, un leit motiv che deve essere valido in ogni ambito: «Purtroppo - ha detto Giovanni Pentangelo, associato Aia e arbitro di serie B della sezione di Nocera Inferiore - solamente chi ha la fedina penale pulita può diventare arbitro a tutti gi effetti. Tuttavia, stiamo studiando un modo affinché, una volta scontata la loro pena, i detenuti che hanno seguito il corso possano diventare arbitri di calcio a tutti gli effetti, magari con una piccola integrazione».

Il corso tenutosi al carcere di Salerno è stato il primo del genere in Italia ed è uno delle tante attività messe in atto dall’amministrazione penitenziaria: «Vogliamo che i detenuti siano sempre impegnati - ha concluso il direttore del carcere Stefano Martone - e lavoreremo in tal senso».

Marco De Simone