«È una finale che va conquistata»

Il doppio ex Guazzo infonde coraggio e speranza all’ambiente: sarà salvezza

SALERNO. «Con l’Entella è una finale e le finali non si giocano ma si vincono. La Salernitana non può steccare: occhi della tigre contro una squadra che ha qualità ma anche tanta fortuna». Matteo Guazzo, ex centravanti dei granata e dei liguri, non vuole più sentir parlare dell’Entella, «perché nel calcio per me conta la parola».

Promesse non mantenute?

«Il 31 agosto ero di nuovo un giocatore dell'Entella. Per la seconda estate di fila, mi hanno preso in giro dicendomi che puntavano su di me. Non sono andato al Cittadella, ho rifiutato il Catania. Ora sono in D con il Parma: biennale, sono contento ma purtroppo non trovo molto spazio. La verità è che da quando sono andato via da Salerno ho visto solo buio: noto prevenzione e diffidenza nei miei confronti».

Come sono, invece, i rapporti con Fabiani e Lotito?

«Buoni con il ds. C'era stata anche una telefonata l'anno scorso, in serie C, ma poi non se n'è fatto nulla. Con Lotito non ci siamo più sentiti. “Chi non se la sente, può alzare la mano e andare via”. L'alzai e mi feci da parte: non sentivo più la fiducia e preferii avvicinarmi a casa. Pure Gabionetta ha alzato la mano, se n’è andato in Cina. Credo che per lui sia stato un po’ diverso: biennale importante, la Salernitana ha monetizzato, dunque sono tutti contenti».

La Salernitana può farcela ancora?

«Me lo auguro, sono rimasto tifoso. Ci sono le categorie: più sali e più si è spietati. Molti ragazzi hanno subito forse lo scotto della serie B, qualche giocatore è andato sotto tono. Se gira bene con l’Entella, è la finale, la partita chiave. Liguri in salute, gli va tutto bene: prendono rigori, sbloccano allo scadere. Occhio a Caputo e Troiano, la difesa subisce poco, spiccano anche Sestu e Masucci».

Lei chiamerebbe a raccolta i tifosi?

«Venite tutti allo stadio perché sapete essere determinanti. Ricordo la sfida al Benevento e quella con l’Aprilia. Le finali si vincono con l'aiuto di tutti. La differenza tra Chiavari e Salerno è che in Liguria ci sono zero pressioni: in casa giochi sul sintetico che agevola e l'anno scorso hanno imparato a far tesoro degli errori dopo lo spareggio con il Modena. A Salerno non ti puoi permettere di sbagliare. La tifoseria ti acclama ma ti butta anche giù dal castello. Verrò in città per Pasqua. Voglio vedere la sfida al Bari, Sabato Santo».

Coda e Donnarumma come Guazzo e Ginestra?

«Le somiglianze ci sono. Coda è fisico ma pure bravo. Donnarumma è stoccatore. Se c'è una coppia, il modulo 4-4-2 è la conseguenza. Ora Menichini deve decidere se variare o perseverare. Secondo me i dubbi sono sempre figli dei risultati che non arrivano: se fosse arrivato qualche colpo, anziché tre pareggi in quattro gare, la Salernitana sarebbe andata avanti con il 4-4-2 a vita». (p. t.)