È finalmente nato il Napoli post Higuain

Sarri: «Senza l’argentino i nostri movimenti devono cambiare». Ora i gol vanno divisi tra tutti i giocatori a disposizione

NAPOLI. La missione può definirsi compiuta. E senza particolari assilli. La prova di maturità invocata da Sarri alla vigilia non ha deluso le aspettative. Il Napoli ha dimostrato una grande tranquillità nell’approccio alla gara contro un Palermo che nel primo tempo ha pensato – e lo ha fatto bene – solo a chiudere tutti gli spazi con una grande intensità.

Gli azzurri non hanno mai perso serenità e hanno condotto le operazioni pure quando i varchi per inserirsi erano ridotti. L’autorevolezza è stata evidente: nessun rischio per Reina in attesa poi di trovare il guizzo giusto per dare la spallata all’equilibrio. Il Napoli sapeva che era solo questione di tempo: non si è disunito e non ha concesso nulla al Palermo. La flessione dei rosanero puntualmente c’è stata e gli azzurri ne hanno poi approfittato in maniera inesorabile. L’atteggiamento, dunque, ha colpito molto. Il Napoli ha vinto da grande squadra. E al Renzo Barbera il complesso delle piccole è sembrato dissolto: ovviamente serviranno altre prestazioni così per archiviarlo definitivamente, ma la strada è quella giusta. Sarri, dal canto suo, ha depositato in panchina il concetto dei titolarissimi che nella scorsa stagione ha condizionato la sua annata. Il turnover di Palermo è sembrato un giusto compromesso: tre cambi rispetto alla migliore formazione senza appunto rivoluzionare l’undici come accadeva in Europa League. È impossibile alternare due squadre, miscelarle invece sì ed è questa la strada scelta dal tecnico che al Renzo Barbera ha dato spazio a Maggio, positivo il suo rientro, Zielinski e Insigne che ha giocato con grande generosità. È stato l’unico a creare pericoli nel primo tempo quando il Napoli faceva fatica a sfondare e ha servito un assist a Callejon di pregevole fattura. La sosta evidentemente lo ha rigenerato. Sta bene pure lo spagnolo che è già a quota 4 in campionato e ha replicato alla doppietta di Higuain contro il Sassuolo. «Qualcosa nei movimenti offensivi stiamo cambiando», ha ammesso Sarri. La ritrovata potenza realizzativa di tutto il tridente, dunque, non è soltanto una casualità. «Proviamo ad inserire giocatori tra le linee, oppure stringere gli esterni per aumentare la loro pericolosità». Il motivo è anche un altro: Milik non va mai lasciato troppo solo in area di rigore perché ha caratteristiche diverse dal Pipita. «Nel primo tempo – continua Sarri – non mi è piaciuto affatto l’atteggiamento complessivo quando attaccavamo. Lo lasciavamo troppo solo e lui comunque è stato pericoloso. Nella ripresa siamo entrati in tre o quattro in area di rigore e la differenza è stata evidente».

È questa, dunque, la strada nuova che il Napoli sta percorrendo per mantenere alto il livello di competitività. Senza un fuoriclasse del calibro dell’argentino, dovrà essere la manovra corale a fare la differenza.

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