LA VISITA

Yoshimoto: «Salerno crocevia di culture»

La scrittrice giapponese è arrivata ieri in città: amo la cucina, il clima e la letteratura italiana. Impazzisco per Umberto Eco

Salerno ai piedi Banana Yoshimoto. La nota scrittrice giapponese è arrivata ieri in città per una serie di incontri e conferenze come quella che terrà questa mattina, alle ore 11, presso l’Aula Magna dell’Università di Salerno, dove incontrerà gli studenti e gli appassionati dei suoi libri, con la partecipazione di Giorgio Amitrano, ordinario di Lingua e Letteratura giapponese e tra i principali traduttori di Banana, Francesco Colace, delegato al placement dell’ateneo salernitano, Gala Maria Fallace, attuale traduttrice della Yoshimoto e Nicoletta Gagliardi, delegata di ateneo e responsabile del protocollo di intesa per il funzionamento della scuola italiana degli studi dell’Asia orientale di Kyoto.

Manoko, questo il suo vero nome, è stata ospite ieri del Comune di Salerno dove è stata accolta dal sindaco Vincenzo Napoli, che le ha donato un volume che illustra il progetto della stazione Marittima e un libro sulla storia del palazzo di città, l’autrice da parte sua invece ha regalato sorrisi a tutti i presenti e la sua nota riservatezza è stata per un attimo offuscata e messa da parte: «Amo la cucina, il clima e l’arte del Sud Italia - ha dichiarato durante l’incontro - e mi affascina soprattutto il modo in cui si mescolano e si uniscono le diverse culture in Italia e al Sud. Tutte cose che ho ritrovato arrivando a Salerno». Banana Yoshimoto, autrice prolifica, dalla penna inconfondibile e tra gli scrittori giapponesi più famosi al mondo, entra di diritto nelle pagine della letteratura dopo la pubblicazione del suo libro più noto “Kitchen”, romanzo d’esordio del 1988, tradotto in venti lingue che racconta di come le cucine rappresentino il calore delle famiglie perdute, attraverso la storia di un giovane uomo, rimasto solo dopo la morte della nonna. Banana dotata di un animo sensibile e di un garbo che appartiene al popolo giapponese ha però accolto con larghi sorrisi e tanta disponibilità anche l’assalto che gli hanno riservato numerosi fan che hanno sfruttato l’occasione per un selfie e una dedica sui libri.

«Attualmente, - ha svelato la scrittrice giapponese - sto scrivendo un romanzo in più volumi e il primo sarà tradotto anche in italiano, intanto non mi fermo e continuo anche a scrivere pure gli altri volumi ». Un’inversione di tendenza per la scrittrice che non ha mai nascosto che il suo sogno nel cassetto è quello di arrivare a vincere il Premio Nobel per la Letteratura: «In passato, mi sono dedicata all’educazione di mio figlio e ho tralasciato le opere di grandi ampiezza, ma ora che il mio pargolo è cresciuto ho il tempo necessario per lavorare a progetti più articolati come quelli che ho già messo in cantiere».

Figlia di un noto intellettuale e critico giapponese, Banana cresce circondata dalla cultura e il suo linguaggio letterario, è frutto di una rielaborazione fuori dagli schemi, dei temi a lei cari, la famiglia, l’amicizia e l’amore. I suoi romanzi sono intensi e affascinanti, moderni e originali, scritti con una sorprendente sintesi dei concetti: «Il mio punto di riferimento letterario è il romanzo “Cime tempestose”, - rivela la scrittrice - ma ammiro molto anche Umberto Eco. In Giappone negli ultimi anni, c’è stato un allontanamento dal mondo della letteratura e noi scrittori con molti sforzi, stiamo cercando di accorciare le distanze tra i lettori e i libri, facendoli appassionare a forme anche alternative di editoria». Il successo letterario l’ha resa nota al pubblico già in giovane età. Quindici romanzi, sette collezioni di scritti, due film girati sul romanzo Kitchen e più di sei milioni di copie vendute con chiari riferimenti alla tradizione e all’ideologia giapponese.

Maria Romana Del Mese