il giallista tedesco

Wulf Dorn: «Per scrivere ho abbandonato il mio mestiere di logopedista»

di CLEMENTE DONADIO Wulf . Dorn, scrittore tedesco che trascorre la sua vita con la moglie in una tranquilla località della Germania meridionale, ha cominciato scrivendo racconti horror prima di...

di CLEMENTE DONADIO

Wulf . Dorn, scrittore tedesco che trascorre la sua vita con la moglie in una tranquilla località della Germania meridionale, ha cominciato scrivendo racconti horror prima di dedicarsi completamente al mondo della scrittura thriller. Ieri è stato ospite di Salerno letteratura. «Sono cambiate molte cose da quando facevo il logopedista, al momento in cui è stato pubblicato il mio primo romanzo – racconta lo scrittore – Questo perché il libro ha avuto un successo internazionale e ho dovuto viaggiare tantissimo per presentarlo».

Il primo libro, “La psichiatra” gli ha dato la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo come uno degli scrittori di thriller più seguiti e amati, a partire dalla sua prima pubblicazione avvenuta nel 2010. Inizia così a rallentare il proprio lavoro in ospedale, quel lavoro che ha avuto una forte influenza sui suoi pensieri e parole. “Incubo” è il suo ultimo libro, presentato al festival, «un romanzo che nasce dall'unione di due libri, ossia uno mai concluso e l'altro, quello che alla fine è stato pubblicato». Ritorna anche in questo libro la difficoltà psicologica di un bambino autistico di nome Simon che perde i genitori dopo un incidente d'auto e non riesce ad uscire dall'ombra di quel trauma. Un bambino solo, descritto in continue giornate in bici avvolto dalla campagna, che si ritrova a dover risolvere un enigma affrontando le proprie paure. Uno scontro tra passato e presente ma anche tra realtà e fantasia, in una tortuosa situazione che il giovane protagonista dovrà riuscire ad affrontare per capire chi è e per sopravvivere.

«C’è sempre un’idea iniziale che hai per una storia da raccontare – racconta Dorn – Molte volte ci sono dei piccoli dettagli che vedi, poi ne senti altri da qualche parte, fino ad unire tutti i pezzi facendo nascere la storia». Tanti dettagli, tanti riferimenti ma soprattutto innumerevoli ricerche per immedesimarsi al meglio nei protagonisti dei suoi thriller psicologici, che siano uomini o donne, bambini come Simon o adulti.

«Punto di vista speciale», lo definisce così Dorn, l'osservare le cose che possono essere interessanti per una storia, ombre e luci di un personaggio che pian piano prende vita fino a divenire un compagno di viaggio nella vita di tutti i giorni, un figlio che cresce tra le mura dalla propria casa.

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