Viviano, il killer mancato arriva in città

Giovedì il giornalista di Repubblica presenterà il suo libro alla Feltrinelli

SALERNO. E’ la sera del 26 marzo 1966 a via Buonriposo. Un ragazzo sta per ammazzare un uomo. È in un vicolo di Palermo e deve vendicare suo padre. Ma c’è un imprevisto. Quell’uomo malvagio «camminava, tenendo in braccio un bambino di un anno... che mi guardava con curiosità oltre la sua spalla, fissando... la pistola». Quegli occhi innocenti fermano la sua mano. Il ragazzo decide che non diventerà un assassino. E’ l’episodio che segna il punto di svolta nella vita di Francesco Viviano, cresciuto tra i mafiosi e diventato uno dei più importanti inviati italiani. Il giornalista racconta la sua storia nel libro “Io, killer mancato”, pubblicato da Chiare Lettere, che sarà presentato giovedì alle 18, alla libreria Feltrinelli a Salerno, dal direttore del quotidiano “la Città” Enzo D’Antona. Nel volume Viviano racconta le principali tappe della sua vita. È la storia di un ragazzo che non si arrende ai soldi facili e accetta lavori umili. Poi la svolta: fattorino e telescriventista per l’Ansa, quindi giornalista. Prima all’Ansa, poi a “la Repubblica”. Attraverso il suo sguardo, il lettore rivive gli anni delle guerre di mafia, il maxiprocesso nell’aula bunker dell’Ucciardone, gli omicidi Falcone e Borsellino, l’arresto di Brusca, la caccia al “papello” di Riina, le prime rivelazioni sulla trattativa tra mafia e Stato. Ma “Io, killer mancato” è anche la storia dell'amicizia con Peppe D’Avanzo, Mario Francese e Attilio Bolzoni, di coloro che hanno fatto giornalismo cercando insieme gli scoop.

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