L'INTERVISTA

Vittorio Sgarbi: «Area archeologica di Velia? Meglio ai privati»

Il noto critico d’arte “disgustato” dalla chiusura di Porta Rosa da ormai tre anni: stesso discorso per le Grotte di Pertosa

Se da un lato Dostoevskij affermava che la bellezza salverà il mondo, dall’altro Vittorio Sgarbi ribalta il concetto dichiarando che deve essere il mondo a salvare la bellezza. Nessuna passiva posizione innanzi al bello ma, al contrario, il fare al servizio di una bellezza condivisa che non naufraghi nel silenzio ma veda la luce grazie a chi come Vittorio Sgarbi ha la capacità di andare al di là del banale, dialogando con l’essere umano vestendosi di un solo abito che è quello della verità. Non a caso è lui l’ideatore del Festival dell’Essere la cui vera protagonista, sullo sfondo di Velia Elea, Paestum, Padula e Salerno, è la storia dell’uomo. «Essere vuol dire essere ebreo, ateo, musulmano, cristiano, cantante, cuoco, prete, professore. L’essere di colui che ha vissuto un’esistenza particolarmente rappresentativa. Parliamo di umanità in qualunque possibile condizione», afferma Vittorio Sgarbi. «Ho parlato con il presidente De Luca della prossima edizione. In questa situazione di emergenza sanitaria così faticosa da decifrare, siamo su posizioni differenti. Io sono molto meno preoccupato di lui che non vuole correre rischi e ha scelto posizioni radicali. Dovremmo tra settembre e ottobre riprendere il discorso per la nuova edizione».

Una delle cornici del Festival dell’Essere è stata Elea-Velia. Qual è il suo parere in merito al fatto che da circa tre anni la Porta Rosa non è visitabile poiché è a rischio crolli?
È vero che il sito è piuttosto in disordine ma è anche vero che con un intervento non particolarmente oneroso potrebbe essere ripristinato, ma siccome dipende dallo Stato bisogna capire qual è la disponibilità finanziaria per riqualificarlo. Il problema è proprio trovare la chiave giusta per riuscire a intervenire nell’ordine di chi ne ha titolo. Essendo dello Stato, il rischio è quello di un degrado perenne. Una soluzione sicuramente efficace che porterebbe subito alla riapertura della Porta Rosa e alla conseguente crescita dei flussi turistici, sarebbe l’affidamento a un privato che possa subito risanare il sito così da gestirlo al meglio anche alla luce dell’accorpamento con l’area archeologica di Paestum, con la creazione di un percorso unico che guidi il visitatore da un sito all’altro.

Un altro caso analogo a quello di Velia Elea è quello delle Grotte di Pertosa - Auletta, il cui ingresso principale in barca, unico in Italia nel suo genere, è chiuso da circa sette anni e precluso ai turisti...
Platone diceva che ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta. La questione sorge quando si afferma che la soluzione non c’è. La verità però è che ciò che manca è la buona volontà. Anche qui l’amministrazione di un privato che volesse trarre beneficio da un luogo così importante potrebbe essere una soluzione. Se l’area archeologica di Velia Elea e le Grotte di Pertosa-Auletta fossero state affidate a un privato, sicuramente non sarebbero trascorsi tutti questi anni in attesa di un agognato finanziamento e i turisti avrebbero potuto godere a pieno di tali bellezze. Certe volte però manca la testa pensante che abbia l’intelligenza per trovare la soluzione così da non danneggiare il turismo e lo sviluppo di un territorio.

In una sua dichiarazione di 5 anni fa, palesava l’ipotesi di proporsi come assessore alla Cultura per la giunta De Luca...
Sarebbe stato meraviglioso per i rapporti che ho con lui e perché la Campania è la regione forse più ricca e difficile, con molto disordine nell’amministrazione delle cose pubbliche. Allora ero nelle condizioni di farlo, oggi questo ruolo è incompatibile con quello di parlamentare che può fare ad esempio il sindaco ma non l’assessore regionale. La costruzione dell’impalcatura delle incompatibilità è molto strana ma in fondo gli esseri umani sono pieni di contraddizioni.

Stefania Capobianco