«Vi svelo il mio Caravaggio e le sue muse di strada»

Il primo volume dell’attesa graphic novel sarà presentato ad aprile a Napoli

di Barbara Cangiano

SALERNO

Non l’ha svestita degli abiti longobardi, nè del velo che le incornicia il volto, mentre è intenta a miscelare pozioni. Trotula de Ruggiero, la più nota tra le . mulieres salernitanae che nell’XI secolo contribuirono allo sviluppo della Scuola Medica, tradisce l’impronta erotica solo nelle labbra dischiuse. Le stesse della donna nuda, sul bordo di una tinozza, che attende nella luce vespertina, le sue cure. C’è un tassello importante della storia di Salerno nella tavola che Milo Manara ha realizzato appositamente per la mostra “Mulieres”, inaugurata ieri a Palazzo Fruscione nel segno di Salerno Comicon. «Una finestra su quarant’anni di carriera, divisa in tre sezioni: fumetto, illustrazioni ed erotismo - racconta l’artista - Quando gli organizzatori mi hanno contattato, ho subito pensato a Trotula. Mi ha affascinato il suo interesse scientifico per l’ostetricia e per la cosmesi e ne ho fatto un simbolo».

Le donne popolano, da sempre, il suo mondo. E spesso le ha “usate” come griglia interpretativa per leggere la storia e le storie. Da tempo sta lavorando a una graphic novel dedicata a Michelangelo Merisi. Anche in questo caso, a raccontare le contraddizioni di Caravaggio, saranno personaggi femminili.

Sì, ho scelto di affidare alle sue modelle la rielaborazione di una vita turbolenta e simbolicamente divisa in due, quella prima dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni e quella dopo. E’ un lavoro complesso, ma ho finalmente finito il primo volume, che sarà presentato ad aprile in occasione del Napoli Comicon.

Il pittore e la modella non è solo il titolo di un suo viaggio nell’arte di qualche anno fa, ma, sembra di capire, un rapporto che la incuriosisce da sempre. Anna Bianchini, Fillide, la Fornarina. A quale di queste “muse” di Caravaggio si sente più vicino?

Anna Bianchini. E’ lei la protagonista del primo volume. Un personaggio così bello e commovente. Lei e Fillide arrivarono insieme a Roma, ma mentre la seconda aveva al fianco la madre, che la indirizzò a diventare concubina di alto rango, Anna, che era sola, finì con l’essere una prostituta di strada. Caravaggio scelse il suo volto ed il suo corpo per raffigurare la Madonna e tra loro si creò un rapporto fortissimo, perchè Anna vedeva in questo una sorta di redenzione, di assoluzione. Al punto che quando Merisi decise di servirsi di altre modelle, perchè nessuno comprava più tele che rappresentavano una prostituta, lei cadde nella disperazione, e promise a se stessa di cambiare vita. Ma era in balia di Ranuccio Tomassoni e non potè farlo. Fin quando non la ripescarono morta nel Tevere. Non si è mai capito se fu un suicidio, un omicidio o un incidente. Certo è che Caravaggio decise di dipingerla da morta, e da Madonna, con il ventre gonfio e le gambe scoperte. Una storia incredibile, tormentata, per certi versi visionaria.

La visionarietà è anche la cifra stilistica che accomuna almeno tre grandi personaggi con cui lei ha collaborato: Fellini, Pratt, Jodorowsky. Quale di questi l’ha influenzata maggiormente?

Sono state tre esperienze molto differenti. Con Pratt avevamo un rapporto goliardico e cameratesco. Con Fellini c’era invece un atteggiamento, da parte mia, di grande rispetto. Lui avrebbe voluto che mi sentissi sullo stesso piano, ma era impossibile. E’ stato una scuola molto severa, ma non ci avrei rinunciato per niente al mondo. Prima di arrivare al prodotto finito, dallo storyboard che realizzava personalmente, c’erano diversi passaggi e correzioni. Pratt e Jodorowsky, invece, guardavano solo il prodotto finito.

E’ stato tra i primi a ficcare il naso nello scantinato degli snuff movie e del sesso on line. Aveva annusato già in tempi non sospetti la ramificazione capillare di un fenomeno.

Sono stato un “pioniere”, quando di web cam si parlava ancora pochissimo, perchè sono sempre stato convinto del fatto che tutte le innovazioni tecnologiche, a partire dalla Polaroid, hanno come primo utilizzo la pornografia. E poi trovavo divertente la possibilità che una ragazza, piazzando semplicemente una telecamera in una stanza, potesse ricavarsi da vivere, semplicemente vivendo.

Uno dei suoi lavori più famosi degli anni ’70 si intitolava La parola alla giuria. Oggi, se dovesse rifarlo, chi sceglierebbe al posto di Robespierre e Oppenheimer?

Difficile. Grandi personaggi controversi oggi non ne vedo.Controversi sì... ma grandi, sinceramente no. Direi Obama, perchè è stato il primo presidente nero di una nazione fondata sullo schiavismo. Oppure Nelson Mandela.

La risolverebbe in sole due puntate?

C’è in giro poco coraggio, poco talento, poca grandezza e forse troppa autostima. In generale chiediamo troppo poco a noi stessi. Credo che, a tutti i livelli, non siamo degni dei nostri nonni. Se andiamo in un museo, abbiamo quasi l’impressione di essere su un altro pianeta. Non saremo mai all’altezza dei nostri avi. Pensi ad Artemisia Gentileschi, una donna che nel ’600 ebbe il coraggio di affrontare da sola il Mediterraneo, la Manica. Modelli del genere oggi non esistono.

Meno coraggio, meno cultura, più violenza, forse. Si veda il caso di Charlie Hebdo.

E’ stato un dolore immenso, anche perchè ero amico personale di Georges Wolinski. E’ stato il primo che mi ha fatto pubblicare in Francia. Siamo sempre rimasti in contatto, c’era un grande affetto tra di noi. Per questo è stato davvero un colpo incredibile. E giustamente la Francia, dopo questo episodio, si è unita, perchè è un Paese che sa essere il rifugio di tutti. Parigi è sempre stata la capitale della libertà. E poi non dimentichiamo che i francesi sono stati i primi a buttare giù un re. Noi per fortuna, un re non lo abbiamo avuto quasi mai, a parte qualche piccolo episodio recente.

Dice che altrimenti ce lo saremmo tenuto?

Noi italiani rivoluzioni non ne faremo mai. Se non molto lentamente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA