LA personale di azzinari

Una mostra a Giffoni dedicata a Coppola «Uomo incredibile»

di ALESSANDRA DE VITA “Il mondo emozionale di Francis Ford Coppola” è la mostra che il maestro . Franco Azzinari dedica al grande regista in occasione del Giffoni Film Festival. A poche ore dal...

di ALESSANDRA DE VITA

“Il mondo emozionale di Francis Ford Coppola” è la mostra che il maestro . Franco Azzinari dedica al grande regista in occasione del Giffoni Film Festival. A poche ore dal vernissage abbiamo incontrato (questa sera alle 17,30 al Convento di San Francesco di Giffoni), il “pittore del vento”.

È la prima volta che viene a Giffoni?

«Sì. Sono stato a Cannes e Venezia ma mai a Giffoni ed è la prima volta che espongo in un festival. Adoro questa campagna, c’è il sapore buono della terra fertile. Sono cresciuto a Milano, ci ho vissuto per 22 anni, poi in Normandia, in America e in Africa; è da poco che mi sto avventurando in questi posti. Mi piace dipingere i paesaggi campani. Qui c’è la luce, qui c’è il colore e per un pittore è un belvedere. Al Sud ho imparato a dipingere».

Pittori si nasce o si diventa?

«Puoi imparare a fare il pittore ma non l’artista. Sono due cose diverse, se non hai talento al quadro manca l’anima; è la stessa differenza che c’è tra un piatto cucinato in un ristorante e quello che ti prepara la nonna. Ha un altro sapore».

Qual è la miglior scuola per chi vuol dedicarsi alla pittura?

«Non c’è nessuna scuola da seguire. Basta assecondare il proprio talento, può servire frequentare i grandi maestri: l’arte la sa trasmettere solo chi la può esprimere».

Perché ha scelto di dedicare questa mostra a Coppola?

«Ne sono innamorato. Ho una casa a Sibari, il mio paese di origine, a pochi chilometri dal suo, Bernalda dove lui possiede un resort. Grazie a un suo parente, sono riuscito a incontrarlo. Due anni fa abbiamo pranzato insieme e ho iniziato a fargli degli schizzi. Ha un viso molto pittoresco e così ho iniziato un ciclo di 20 ritratti tutti suoi. Ne verrà fuori un catalogo per la Mondadori. Questa mostra, poi, arriverà a Parigi, a Los Angeles, al festival di Roma e di Venezia. Poi, farò anche una mostra nel mio Museo, in Calabri, ad Altomonte. A Giffoni sarà la prima».

Come si incrociano, oggi, cinema e arti visive?

«Il cinema può contribuire a rendere ancora più conosciute le vite dei grandi artisti; è successo con Ligabue, con Picasso. Con questa mostra, abbiamo invertito il processo. Sono io a raccontare un regista. Lui non è solo un grande artista ma un personaggio incredibile: lo capisci dal modo in cui muove le mani, dal suo modo di esprimersi. Non è mai lo stesso, ha subito mille trasformazioni anche nell’aspetto. Ora ha questa lunga barba bianca, sembra un antico medico della Grecia. Mi ricorda Hemingway».

Anche a lui ha dedicato una mostra, qualche anno fa.

«Sono stato nei luoghi che ha frequentato per leggere il libro più bello che aveva scritto: la sua vita. Ha vissuto un’esistenza incredibile: è caduto più volte dall’aereo, è andato a caccia di squali per sfamarsi. Ha combattuto tutte le guerre del Novecento. Mi sono innamorato della sua vita».

©RIPRODUZIONE RISERVATA