il ricordo

Un anno fa se ne andava Pastore

Domani a Salerno sarà celebrata una Messa in suffragio

SALERNO. «Devo accendere il sole». Una risposta secca, ironica, spiazzante. Riservata invariabilmente a quanti gli chiedevano perchè mai, a ottant’anni suonati, si ostinasse ancora a recarsi in ufficio, primo tra tutti, invece di godersi la meritata pensione dopo una vita sacrificata al dio lavoro. Ecco, è questa la sintesi perfetta per ricordare la figura di Antonio Pastore, imprenditore e storico ex presidente della Camera di Commercio di Salerno, scomparso esattamente un anno fa. Salernitano nel midollo, “nato, cresciuto e pasciuto” nel cuore del centro storico. Venuto alla luce il giorno della festa di San Matteo. Quattro quarti di “salernitanità”, appuntati al petto a mò di medaglia. Dietro una vita interamente segnata dalla sobrietà, dal rispetto di valori antichi come onestà, sacrificio, dedizione al lavoro, culto degli affetti familiari. Valori condivisi con l’amatissima moglie Mariarosaria e trasmessi a quei figli, il suo poker d’assi, come poi agli stessi nipotini. Avversava il lusso e il consumismo sfrenato, gli sprechi di qualsiasi natura e brontolava vedendo i ragazzini di oggi viziati con gli agi della modernità. Era affascinato dagli uomini di cultura e di prestigio. Nutriva un rispetto profondo per i lavoratori, quelli veri, per chi si sporca le mani, per le facce abbrustolite dal sole degli operai o dei minatori. Gente, diceva, che sfida la morte ogni giorno a duecento metri di profondità e poi magari guadagna come un commesso o un impiegato che sta tutto il tempo seduto. Lui, venuto su dal nulla nei primissimi anni del dopoguerra. Prima ragazzo di bottega con il padre, artigiano specializzato nel settore degli impianti idraulici, poi fondatore di una azienda, la Edilsan, leader nel settore della rubinetteria e arredi bagno. Un’azienda solida, che a distanza di oltre cinquant’anni dalla nascita, può ritenersi la più longeva del capoluogo. Quella di Antonio Pastore è stata una formidabile carriera imprenditoriale, impreziosita negli anni da numerosissime cariche, come la guida dell’Ascom Confcommercio, la vicepresidenza del Bando di Napoli e la quasi ventennale presidenza della Camera di Commercio, dal 1982 al 2000. Un primato grazie al quale tutti parlavano di lui come del Presidente con la “P” maiuscola. Lui glissava, schivo e modesto come sempre e non amava neppure essere chiamato dottore, per via di quegli studi abbandonati appena quindicenne. «Il mio master è stato il dopoguerra», disse una volta. Sotto la sua supervisione il commercio salernitano si è avviato verso il terzo millennio, assistendo alla nascita del nuovo mercato ittico, all’avvio della realizzazione dello scalo di Salerno-Pontecagnano ed alla decisa ascesa del porto commerciale. Per promuovere il made in Salerno Pastore ha toccato i quattro angoli d’Europa, allacciando i primi contatti con l’estremo Oriente. La Messa in suffragio sarà celebrata domani alle 18.30 nella chiesa di San Pietro in Camerellis.