“Un anno di Lercio” tra libertà e satira

Intervista a Pappalardo, “penna” del sito. «Utilizziamo argomenti etici senza infierire sulle vittime»

SALERNO. La libertà, la satira e l’offeso. Tre elementi che messi insieme danno vita, mai come oggi, ad un percorso dissestato. Possiamo discutere di cosa sia di cattivo gusto e di cosa non lo sia, non dobbiamo tutti ridere alle stesse battute e ciascuno ha il proprio metro di valutazione. Ma giudicare un’opera “immorale”, bannarla, chiederne la rimozione perché contraria al nostro modo di vedere, ai valori che ci hanno inculcato, allora forse ha più a che vedere con la censura che con il rispetto.

Insomma, nessuno può autonominarsi giudice di moralità (per quello c’è l’articolo 21 della Costituzione). Con queste premesse nasce in Italia il sito Lercio.it, che in breve tempo si afferma come fenomeno virale grazie alle sue notizie satiriche che, a volte, sono tanto plausibili da essere frettolosamente riprese da giornali e agenzie. Oggi Lercio.it è un quotidiano online da oltre un milione di contatti al mese che guarda la cronaca, la politica, la cultura, la scienza e lo sport con ironia ed è riuscito ad accaparrarsi anche un posto tra gli scaffali delle librerie grazie alla casa editrice Rizzoli.

“Un anno di Lercio” fa rivivere, a modo suo, il 2014 con oltre 100 articoli, sondaggi e una sezione “Bonus Track” che raccoglie le notizie che hanno fatto la storia del sito. Il volume verrà presentato questa sera (ore 18) presso la Feltrinelli di Corso Vittorio Emanuele. Ma, per meglio capire di cosa stiamo parlando, abbiamo chiesto un piccolo aiuto a Mattia Pappalardo, una delle penne di Lercio.it.

Fatti come quelli accaduti a Parigi lasciano riflettere sul reale potenziale della satira. Molti hanno contestato ai vignettisti di Charlie Hebdo l’aver toccato argomenti troppo delicati senza il giusto rispetto.

Ma può la libertà di espressione avere dei limiti?

«I limiti della satira sono quelli imposti dalla legge. Alcune vignette possono sembrare sciocche, ma se possono andare in stampa allora dobbiamo rispettare anche la libertà che il pubblico ha di leggerle. Lercio, come collettivo, non ha preso una posizione definitiva sulla vicenda. In questo caso è successa una tragedia. Non stiamo parlando di un giornale che attacca in maniera gratuita, Charlie Hebdo evidenzia i pregiudizi ed i lati estremi della politica e della religione».

Crede che l’informazione e la satira italiana possano mettersi al pari di chi, senza giri di parole, offriva una sua visione del quadro storico attuale?

“L’hashtag “JesuisCharlie” e tutto ciò che ne è derivato dopo l’attentato hanno voluto sottolineare il dramma a cui migliaia di persone si sono volute stringere. Ciò nonostante ho l’impressione che molti, compreso quelli che sono scesi in piazza, non abbiano presente l’importanza di questa battaglia. Alcuni giornalisti che anni fa hanno censurato Daniele Luttazzi, ora si sono schierati in difesa di Charlie Hebdo. Forse bisognerebbe schiarirsi un po’ le idee».

Esistono argomenti più «sensibili» per la redazione di Lercio, temi che preferite non affrontare?

«Facciamo un tipo di satira etica, e non infieriamo sulle vittime».

Com’è nata l’idea di Lercio? «Il sito è nato a ottobre 2012 da un’idea di Michele Incollu. Molti di noi vengono da Acido Lattico, sito satirico in cui confluirono molti autori della Palestra, un progetto di Luttazzi».

Rita Esposito

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