LA STORIA

«Troisi raccontato con gli occhi di Gerardo»

L’insegnante di Sapri fu la controfigura dell’attore durante “Il Postino”. Il docufilm nelle sale da domani al 21 dicembre

Quando si incontrarono per la prima volta sul set, sembrava si conoscessero da tempo. Un sorriso, un abbraccio e una frase che Gerardo Ferrara non ha mai dimenticato. «Troisi mi disse: “Tu mo’ ti fai verè?”». L’insegnante di Sapri fu la controfigura dell’attore napoletano nel film “Il Postino”, ed ora, a distanza di quasi trent’anni da quei giorni, sarà anche lui a raccontarlo nel docufilm dal titolo “Il mio amico Massimo”, diretto da Alessandro Bencivenga, con le voci narranti di Lello Arena e Cloris Brosca.

Un racconto corale e con infinite immagini per ricordare il genio e l’arte di Massimo Troisi, scomparso nel 1994, poche ore dopo la fine delle riprese del film. «È stata una forte emozione partecipare al docufilm, perché è un progetto molto bello, che ha messo in evidenza le vere emozioni e i veri sentimenti degli amici di cui Massimo si circondava, di chi gli è stato accanto, di chi ha condiviso con lui un pezzo di vita», racconta Ferrara.

«Il regista - aggiunge - è stato molto bravo perché ha saputo ricreare il clima giusto, lo stesso che ho sentito quando girammo il film “Il Postino”. Massimo c’è sempre, c’è una grande magia quando si parla di lui. C’è un’atmosfera che ti riporta indietro nel passato, al ricordo di lui, che è stato un grande uomo e un grande artista ».

A quasi 70 anni dall’anniversario della sua nascita, Alessandro Bencivenga ha voluto rendere omaggio a Troisi, che è stato ed è tuttora il suo autore di riferimento. L’infanzia spensierata a San Giorgio a Cremano, l’amore per il cinema, una carriera brillante, i legami con gli amici d’infanzia durati una vita, gli amori, la gentilezza, ne tratteggiano il racconto e poi esibizioni cabarettistiche, teatrali e televisive, si legano a backstage, foto d’epoca, e interviste ad amici ed esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Maria Grazia Cucinotta, Ficarra e Picone e testimonianze di repertorio di Pippo Baudo e Renzo Arbore.

Gli occhi di Troisi saranno quelli di Gerardo Ferrara, la controfigura che ha accompagnato e alleviato le fatiche sul set, e che condurrà il pubblico nel racconto inedito dell’artista napoletano da domani al 21 dicembre nelle sale cinematografiche. «Non sono né il primo né l’ultimo a parlare di Massimo, ognuno ha un Troisi dentro di se - dice il regista Bencivenga - Io ho voluto raccontarlo attraverso un’altra storia, quella di Gerardo, che dopo le riprese del Postino, ha scelto di tornare a fare il suo lavoro, l’insegnante. Sono un miracolato. Da Troisiano quale sono, trovarmi a fianco a Gerardo Ferrara che ha lavorato con Massimo, Lello Arena, e Alfredo Cozzolino che era il suo migliore amico, è un sogno che si è realizzato. Massimo è andato via fisicamente, ma la parte umana, spirituale e artistica è sempre con noi e rimarrà ancora con noi».

«Ho cercato di evidenziare la parte più umana di Troisi ha aggiunto il regista - Di fronte alle persone che hanno lavorato con Massimo è stato tutto naturale, nei loro occhi brillanti c’è l’emblema di quello che volevo evidenziare: l’emozione, la poesia e il sentimento di Massimo». Un viaggio attraverso le emozioni delle persone a lui vicine e attraverso il racconto di Gerardo Ferrara che dal '94 vive con Troisi un legame eterno. «Mi abbracciò forte promettendomi che sarebbe venuto quanto prima a trovarmi a Sapri, per riposarsi un po’. Il giorno dopo il suo cuore ha smesso di battere. Era nata una bella amicizia, anche se è durata per poco. La mia gioia più grande è di aver contribuito a rendere meno faticoso il suo lavoro in un momento di sofferenza. Me lo scrisse anche in una dedica che mi fece sul libro di scena delle Poesie di Neruda, che conservo gelosamente ».

Marianna Vallone