Tradimenti, spie e sangue Capaccio rivive la congiura

Federico II di Svevia scoprì il piano e consumò la sua vendetta in modo crudele Dibattiti e mostre nel centro storico fino a domani per ricordare quei giorni

di ALESSANDRA DE VITA

L'obiettivo era uccidere Federico II, il figlio Enzo e il suo alleato Ezzelino: rivive, in questi giorni la Congiura di Capaccio, rievocata dall’associazione Agorà dei Liberi e organizzata, nel 1246, da 150 ribelli. Nel centro storico di Capaccio, fino a domani, verrà ricordato, con eventi e dibattiti, il piano di sommossa ordinato, nel 1246, da Papa Innocenzo IV ai feudatari che espugnarono il castello di Capaccio in cui cantarono vittoria troppo presto. A tradirli fu Giovanni da Presenzano, uno dei congiurati, che si pentì e informò il genero di Federico sulla rivolta. Il Re di Svevia che non era solito lasciarsi 'venir la mosca al naso' cinse d'assedio il castello e la punizione inflitta fu terribile. Fu nel caldo afoso di luglio che la fortezza cadde, dopo tre mesi di lotte. Rifacendosi al diritto romano, Federico II applicò la Lex Pompeia de parricidio, colpendo i rivoltosi come parricidi: fece imprigionare tutti gli uomini, ne comandò l'accecamento e la mutilazione del naso e degli arti, prima della condanna a morte a mezzo di elementi naturali che si rifacevano al loro agire contro di lui come contrappasso: alcuni furono impiccati, altri arsi vivi, trascinati da cavalli, o chiusi in un sacco di vipere e annegati. Andò meglio, ma di poco, alle donne che furono invece vendute come schiave a Palermo.

Sarà carico di eventi il programma della commemorazione inaugurata da un percorso di trekking che ha condotto i partecipanti presso il Castello di Caputaquis. Ieri si è svolto il convegno “Federico II e la congiura di Capaccio”, presso la sede dell’Associazione Agorà, in via Bellelli, a cui hanno preso parte gli storici Ernesto Franco e Antonio De Rosa, gli avvocati Mimmo Guazzo ed Enzo Rubino e il professor Gaetano Ricco, storico per eccellenza e autore anche del libro “Federico II di Svevia e la Congiura di Capaccio”. Stasera (ore 19), il centro storico si riempirà di festa con il corteo e la rievocazione storica della congiura, con giostre medievali ad opera dei Cavalieri del Giglio. Saranno partecipi i Falconieri De Arte De Nardi, gli Sbandieratori delle Torri Metelliane e ancora arcieri, figuranti e danzatori medievali ad allietare i presenti. Per l’occasione resteranno aperti i Palazzi Baronali, nel centro storico, in cui verranno allestite delle mostre tematiche su una pagina fondamentale della storia del nostro sud, consumatasi tra le stanze dell'antico castello che non è più possibile, purtroppo, contemplare. L'ira di Federico II non si fermò alle pene inflitte alle persone, ma coinvolse anche il castello stesso; emise, infatti, un ordine per cui ne ordinò la distruzione completa, ragion per cui, oggi, restano solo i ruderi della fortezza in cui si rifugiarono i cospiratori di una delle tante insurrezioni che in quel periodo furono intentate ai danni dell'imperatore e che lo videro sempre vincitore. Non solo il castello fu distrutto ma fu presa Sala Consilina, mentre Altavilla Silentina fu rasa al suolo, nel corso della ribellione caldeggiata dalle famiglie dei Fasanella, dei Francesco e dei Morra. Novità assoluta di questa edizione sarà l’integrazione, nell’ambito della kermesse, con il music festival La Ridda – Musica a Corte che si tiene domani sera presso il Giardino di Beatrice, nel cuore del borgo antico, per l’occasione addobbato di stendardi, fiaccole, bracieri, accampamenti e strumenti medievali. Tanti gli artisti che hanno risposto alla chiamata di Agorà. Domani sarà la volta di Umberto Maria Giardini, Bastian Contrario, Sixtynine Project e Linekurve, artisti con forte richiamo al territorio che contribuiranno a dare un taglio artistico alla rievocazione nonché a tendere la mano verso un target sempre più ampio. Per tutti i giorni della rassegna, a farla da padrone sarà l’aspetto eno-gastronomico con numerose postazioni allestite all'interno del centro storico, dove si potranno assaporare i sapori veri della cucina cilentana e piatti della tradizione culinaria del Sud. Nelle taverne verranno ricreate le antiche atmosfere e musiche di una volta, con oltre 100 figuranti tra sbandieratori, arcieri, armigeri e cavalieri in abiti d’epoca.

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