Torna il commissario che ama Gino Paoli e le letture di Simenon

Il nuovo giallo dell’ingegnere-scrittore Giuseppe Esposito è ambientato tra Amalfi, Cava e l’Agro nocerino sarnese

di ANTONIO CORBISIERO

Un ingegnere elettrotecnico di origini napoletane con la passione di scrittore di noir. Giuseppe Esposito, 68 anni, dopo una vita trascorsa a lavorare come ingegnere e consulente per imprese private in Italia e all’estero, è ora alla sua seconda fatica letteraria. Vive da 16 anni a Salerno con la moglie Lina che lo ha incitato non poco a riprendere l’antico sogno della scrittura coltivato sin dai banchi del liceo. È stato come un fuoco covato sotto la cenere che improvvisamente si è trasformato in fiamma viva. Il suo ultimo libro, stampato da pochi giorni e a settembre in libreria, si intitola “Il delitto della Spider verde” – le inchieste del commissario Esposito, edito da LFA publisher, euro 16. Il commissario salernitano (che ha lo stesso nome e cognome dell’autore), protagonista anche del precedente noir, Liberi da morire, ambientato tra la Salerno e la Costiera Amalfitana di oggi e quella dei favolosi anni 60 -70, continua ad affascinare i lettori con le sue inchieste.

L’incipit è di grande impatto. Il commissario, “un antieroe figlio del suo tempo e del Sud”, è chiamato a intervenire a Vietri sul Mare, dove, sulle prime curve della Costiera è stata trovata una giovane e affascinante donna, morta strangolata, a bordo di una spider verde. L’indagine sin da subito si rivela complicata perché sull’auto della vittima manca qualsiasi oggetto che possa permettere di risalire alla sua identità. Comincia così una fitta trama che porterà il commissario Esposito e la sua squadra, da lui chiamata dei “Quattro Moschettieri”, composta dagli ispettori Liuzza, Maria, Dolores e Pietro Ferrara, ad indagare tra Amalfi, Cava de’ Tirreni e alcuni centri dell’Agro- Nocerino Sarnese, terra di numerose fabbriche conserviere. «È in questo mondo, dove gli imprenditori hanno più i tratti dei capobastone che di imprenditori che il commissario riuscirà a scoprire la verità e a mettere le mani sull’esecutore materiale e sul mandante dell’efferato delitto». Un ambiente descritto nei minimi particolari giacchè l’autore ha lavorato per molti anni nel’industria agro-alimentare. Il libro è anche un ritratto in chiaroscuro della nostra provincia. Giuseppe Esposito nel romanzo è abile a tratteggiare la psicologia dei personaggi che animano il racconto, mettendo a nudo le debolezze, le ansie, le piccole fissazioni, le abitudini, come quella dello stesso protagonista di andare ogni mattina a prendere il caffè al bar Umberto. Il commissario Esposito ama ascoltare le canzoni di Roberto Murolo, Gino Paoli, Antonello Venditti, Frank Sinatra, e leggere i gialli di Georges Simenon, i libri di Buzzati e Pavese, ma anche i racconti di Guareschi, che vedono protagonisti i simpatici “Don Camillo e Peppone” che rappresentavano l’immagine di un Paese ancora ingenuo ed essenzialmente sano. La chiave per comprendere e apprezzare sino in fondo l’opera del noirista salernitano è contenuta, a ben vedere, in una parola: musicalità. Musicalità del linguaggio. Ma vi è di più. La musica gioca infatti un ruolo fondamentale, negli scritti di Esposito, corre sotto la pelle del testo permeandolo di un’energia vibrante. L’autore con una prosa agile, ritmata, priva di abbellimenti e avvolgente trascina il lettore in un vortice di emozioni e colpi di scena che rivelano numerosissime letture di libri di ogni genere. Dalla storia alle biografie, alla poesia e naturalmente ai grandi autori di noir. Lo scrittore racconta che ha all’attivo altri quattro romanzi in cui è protagonista il commissario Esposito e le imprese di un nuovo personaggio, il commissario Nicola Ruffo, in una Napoli di inizio Novecento. Nello stile, Esposito è vicino a Jean Claude Izzo, l’autore francese, di origini salernitane, inventore del noir mediterraneo e del commissario Fabio Montale. Da una sponda ad un’altra del Mediterrano: da Marsiglia a Salerno in Esposito come in Izzo il romanzo non racconta più solo una storia nera in un determinato luogo e in un determinato momento ma lo fa a partire da un’analisi ben precisa della criminalità e lo fa per raccontare storie di ampio respiro. Storie di chi, come Esposito e il suo alter ego letterario, ha dei valori e ha la sfrontatezza di sperare in un futuro migliore. Il libro sarà presentato il 23 settembre alle 18,30 alla Feltrinelli di Salerno dal prof. Alberto Granese e dall’onorevole Tino Iannuzzi.

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