TEATRO

Tommasino, il presepe Il Natale dei Cupiello in scena al “Delle Arti”

La commedia di De Filippo secondo il regista Lello Serao: «Dopo anni questi classici custodiscono un valore assoluto»

“Ti piace il presepe? No, non mi piace...”. Su questo famosissimo battibecco tra padre e figlio in “Natale in Casa Cupiello”, commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, si dipana il lavoro del regista Lello Serao che porta in scena la famosa commedia ma lo fa con uno stile tutto suo; una visione personale di una delle opere teatrali più amate che scandisce e dà significato alle festività natalizie quasi come se andasse a completarle e ad arricchirle di significato.

Serao porta in scena un lavoro originale, costruendo l’innovazione sulla tradizione, ricreando la magìa, la poesia, la stessa malinconia, che come un filo sottile dagli anni Trenta in poi, affascina ognuno di noi, quasi ipnotizzati di fronte al potere emotivo della commedia ideale del Natale.

“Natale in Casa Cupiello” in versione Serao, dopo il successo ottenuto al Teatro Bellini di Napoli, sarà al Teatro delle Arti di Salerno, stasera, alle ore 21. L’opera sarà interpretata da un unico protagonista, lo straordinario Luca Saccoia, che sul palcoscenico è Tommasino, ma è anche tutti gli altri personaggi, che prendono vita sotto forma di pupazzi, marionette animate da bravissimi manovratori, i quali nel terzo atto, diventano a loro volta attori, quando vanno a far visita a Luca Cupiello in punto di morte.

«Ho voluto immaginare che di fronte al padre morente, Tommasino gli dice: «Sì, mi piace il presepe», dichiara il regista; che aggiunge: «Lo immagino che lo fa non per compiacerlo ma perché ci crede davvero perché è diventato un appassionato di presepi e così, ad ogni Natale, mette in scena, con dei pupazzi da lui creati, la storia della sua famiglia».

Questa intuizione di guardare tutto con gli occhi di Tommasino ma restando fedele al testo di Eduardo, permette due cose: «Evita - sottolinea Serao - di confrontarci con la grandezza ingombrante di Eduardo attore ma allo stesso tempo, alimenta il rispetto per Eduardo drammaturgo, con una lettura che supera quella tradizionale».

Il regista dello spettacolo (nato da un’idea di Vincenzo Ambrosino e dello stesso protagonista che sale sul palco) aggiunge: «Ciò che sorprende è che dopo anni questi classici custodiscono ancora un valore assoluto, hanno cioè ancora tanto da dirci e da raccontarci. Ciò che rimane della grandezza di Edoardo ruota attorno al concetto di crisi familiare, perché è questo che sta raccontando, e lo fa anticipando i tempi». «Questa commedia tragicomica - conclude Serao - ci rivela che anche in prossimità del Natale, ogni famiglia vive le proprie debolezze, le insoddisfazioni, le tragedie domestiche, le incertezze, e soprattutto sottolinea che ogni nucleo familiare è sempre alla costante ed affannosa ricerca della felicità che poi la si trova nelle piccole cose».

Maria Romana Del Mese