L'iniziativa

The Citizen: suoni nel segno della decadenza futurista

Un’avventura iniziata quasi per caso nel 2006 dai fratelli Ciro e Franco Amoroso, poi il boom. A maggio nuovo album

SALERNO. Il sound è solido e avvolto in atmosfere inquiete: il post-rock di The Citizen, band salernitana messa in piedi, nel 2006, dai fratelli Ciro e Franco Amoroso insieme all'amico Angelo Ballone, tradisce l'influsso di una doppia matrice sonora; da un lato, la lezione del classic rock britannico è stata studiata e assorbita, soprattutto con l'ingresso, nella band, di Noam Radetich (subentrato a Ballone, nel 2012) ma il mood rivela l'eco delle formazioni che quella lezione l'hanno rinnovata, a cavallo tra vecchio e nuovo millennio: tra tutti i Radiohead di cui The Ctizien evocano gli scenari sonori cupi e la decadenza futurista.

The Citizen hanno iniziato un po' come tutti: in giro per locali a proporre cover ma presto è subentrata un'urgenza espressiva che ha portato nuovi brani, inediti, e un disco che verrà pubblicato, il prossimo maggio, per l'etichetta My Kingdom Music, sia sul supporto che sui portali digitali. I testi, apocalittici, si accompagnano a un massiccio uso del delay tipicamente alternative che trova il naturale e ultimo approdo in video, girati su set fatiscenti, che stanno facendo incetta di “like” sulla rete.

“Cerchiamo di esprimere la situazione storica difficile che stiamo vivendo. Con effetti ambient leghiamo le musiche ai testi”, dichiarano i componenti della formazione al termine di una sessione di prove presso il B-Side studio di Bellizzi.

La passione per il british rock dei fratelli Amoroso, commista ai gusti più “classici” di Noam, il chitarrista, è sorretta dal pilastro ritmico della band: Roberto Coscia, alla batteria. “Vengo da ascolti tipicamente anni 90 – dichiara Coscia – Soundgarden, Alice in Chains, la mia scuola è marcata e fatta di poche cose che, cucite insieme al basso creano il groove.”

Chi scrive i testi è Ciro Amoroso: “Ma non voglio prenderne il merito – ammette – perché le mie sono solo bozze di idee. C'è poi chi crea il riff, il giro di basso, ci lavoriamo insieme”.

Essenziali ma massicci, sporchi ma compatti, The Citizen hanno lavorato duro al loro primo progetto discografico; nel giugno del 2013, con la nuova line up, sono entrati in studio per iniziare a dare un assetto più maturo ai loro brani i cui testi sono tutti in lingua inglese.

Una scelta che non è solo il riflesso naturale delle loro influenze musicali ma anche un ancoraggio al panorama musicale internazionale già ampiamente scalfito con i primi brani del disco.

“A Salerno non esiste un movimento musicale come in altre città – spiegano – nonostante ci siano tanti bravissimi artisti. Oggi, è molto difficile uscire da qui, noi grazie alla rete siamo riusciti a farci conoscere anche al di fuori. Qui, purtroppo, vanno molto le cover band mentre se hai un progetto tuo sei un po' tagliato fuori. Qui è molto più difficile farti ascoltare che fuori dall'Italia, perché qui la musica è vissuta come hobby.”

The Citizen sono Ciro Amoroso (Voce, chitarra e synth), Franco Amoroso (basso e backing vocals), Noam Radetich (chitarra, piano e synth) e Roberto Coscia (batteria e percussioni).