i brani

Testi in dialetto e pochi accordi Un canto ribelle dà voce al popolo

SALERNO. Armonie semplici e ritmi cadenzati: i brani dei Vico Masuccio sono essenziali e diretti, oscillano tra pochi accordi su cui si staglia il canto, ribelle, di Amatruda. Le tematiche...

SALERNO. Armonie semplici e ritmi cadenzati: i brani dei Vico Masuccio sono essenziali e diretti, oscillano tra pochi accordi su cui si staglia il canto, ribelle, di Amatruda. Le tematiche popolaresche hanno la meglio in assoluto e affrontano il disagio di chi parte e di chi combatte le sue battaglie quotidiane. Mamma Maria Vergine è una preghiera di protesta dai toni arrabbiati e disincantati (Ave, ma a grazia toja ven? Ave, ma chi chiu’ c crer?). C’è spazio anche per testi più introspettivi, come, “Muorz d’amor”.

I testi sono rigorosamente in dialetto. Forte è l’identità culturale dei Vico Masuccio ma anche la volontà di tendere a un Mediterraneo globale in cui non vi sia frontiera alcuna, come cantano in “Frat’m è o munn”. La band è reduce da una collaborazione bizzarra ma ben riuscita con la Dint recordz, la roccaforte del rap salernitano fondata da Tonico70 e Morfuco, con cui ha registrato un brano inserito nell’ultimo disco del duo, “Gold School”. Il pezzo è “Sotto ’o sole” ed è un po’ il vessillo dei Vico Masuccio, in cui descrivono proprio la strada da cui hanno preso il nome. Caratteristica del gruppo è l’assenza di percussioni (inserite di rado) cui si è preferita la batteria che prevede dei tamburelli suonati a mo’ di piatti pur di non rinunciare agli acuti dei sonagli che scandiscono il ritmo delle melodie. (a.d.v.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA